Ct 5,2a.5-6b; Sal 41; 1Cor 10,23.27-33; Mt 9,14-15
Sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse. (1Cor 10,31-33)
Paolo parla di una libertà che appartiene al credente come a ogni uomo, che va vissuta fino in fondo; ma richiama l’attenzione dei cristiani di Corinto anche sull’importanza che le nostre scelte possano edificare e soprattutto non siano di scandalo ad alcuno. La libertà personale non può mettere in difficoltà un altro, anche se io mi sentissi in diritto di agire come credo; e questo perché siamo tutti legati da un progetto unico, quello di Dio, la cui «gloria» cerchiamo. Può essere bene cercare di piacere a tutti, ma – scrive Paolo – nella prospettiva di cercare l’interesse dei più, non il vantaggio personale. Se cerchiamo, insieme, di piacere a Dio, se scegliamo dando ragione ai suoi inviti, ci ritroveremo a costruire un mondo più bello per tutti, e anche per noi. E poi ci sia sempre, per noi tutti, l’attenzione a non essere di scandalo per alcuno, anche se ritenessimo fuori luogo le difficoltà mostrate da altri: il Signore ci chiama alla comunione, ci chiama alla gioia di vivere insieme.
Preghiamo
Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
(Sal 42,2-3)