Gen 4,1-16; Sal 118 (119); Pr 3,19-26; Mt 5,17-19
Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e dovrò nascondermi lontano da te. (Gen 4,14)
Il primo accenno biblico alla morte non avviene a causa di una malattia ma per l’esplosione della violenza che fa dimenticare ogni valore, solidarietà e legame profondo con l’altro. La causa scatenante per l’apertura al peccato, accovacciato alla porta di ogni uomo, è la reazione al successo dell’altro fatta di gelosia e rabbia che si trasforma in odio radicale. L’unico modo per spezzare questa violenza del peccato è ritornare a una relazione con il Signore: in essa ci riconosciamo interlocutori privilegiati delle sue attenzioni di Padre. Così il castigo non potrà mai essere l’ultima parola per il peccato, ma solo passo previo e speranzoso per una conversione senza riserve al suo amore: balsamo purificatore della relazione con il prossimo.
Preghiamo
Amare chi ci odia, è al di là del dovere.
Dare la vita a chi ci fa morire è al di là del dovere,
di là dell’uomo.
Tu sei l’amore fatto uomo, di cui nessuno può misurare
la larghezza, la profondità, la sublimità.
(don Primo Mazzolari)