Sabato 18 gennaio alle 21, all’Auditorium del Centro parrocchiale S. Arialdo di Cucciago, primo appuntamento organizzato dal Centro culturale Luigi Padovese nel decimo anniversario della morte di Mons. Padovese. … quindi, Chiesa in missione. E in luoghi “difficili”.
Come la Cina. Un territorio immenso, con più di un miliardo di abitanti (di cui solo una minoranza ha sentito parlare di Gesù Cristo) e un’ economia aperta alla globalizzazione che cresce a ritmi impensabili. Negli ultimi dieci anni la Cina comunista è diventata una nazione sempre più capitalistica, che ha attirato l’attenzione della comunità internazionale. In questo repentino cambiamento economico, la società e il popolo cinese sono alla ricerca di un senso da dare all’esistenza attraverso diverse tradizioni e discipline.
E la «via cristiana» di questa ricerca è un tema di attualità nel dibattito sociale, politico ed educativo in Cina. Questa (e altro) è la Cina di oggi, dove circa 10 milioni di cattolici cercano di mantenere viva l’esperienza cristiana.
Una Chiesa con una storia così diversa e apparentemente lontana da noi, innestata in una cultura che presenta tutta un’altra struttura del pensiero e del modo di sentire: con che occhi dobbiamo osservarla per saperla ascoltare senza applicare nostri schemi preconcetti?
Si parla spesso di due Chiese in Cina: l’una considerata “clandestina” e l’altra “ufficiale, patriottica”; con vescovi legittimi ed altri illegittimi; con l’urgenza di dare un pastore a molte diocesi, senza che ciò comporti nuove pesanti lacerazioni. In questo tribolato contesto si è recentemente inserito un accordo, i cui termini non sono ancora del tutto noti, tra lo Stato cinese ed il Vaticano per la nomina condivisa dei vescovi: un accordo non solo dal valore strettamente diplomatico ma indice forse dell’ apertura di un nuovo scenario nei rapporti fra Cina e Santa Sede?
Da entrambe le parti c’è chi mette in guardia da rischi e pericoli e mostra resistenza e difficoltà, ma vi è anche la convinzione (così Papa Francesco) che questa sia la strada da percorrere con la coscienza chiara di essere nell’alba di una nuova era.
Per cercare di guardare senza schemi preconcetti a questa realtà sempre meno lontana, vogliamo parlarne con un testimone d’eccezione: don Carlo D’Imporzano, residente in Cina dal 2003 e fondatore di MONSERRATE, ONG per il dialogo tra le culture e i popoli.
Don Carlo D’Imporzano nato a Milano nel 1945, si è laureato in matematica e in teologia. Nel 1994 fonda la Fondazione Monserrate (riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri italiano), che realizza progetti sociali, sanitari, educativi e di alta formazione in Europa, Asia e America Latina. Per Monserrate è Chief Representative in Cina, dove risiede dal 2003.
In allegato la locandina con tutte le informazioni.