Uomo di organizzazione e acuto interprete delle trasformazioni del lavoro, Giulio Pastore ancora oggi può fornire spunti per una riflessione su una concezione e una pratica della libera azione dei soggetti. Alla sua figura di sindacalista cristiano, presidente delle Acli e fondatore della Cisl è dedicata la giornata di studi dal titolo “Lavoro e innovazione sociale: il ruolo del sindacato libero (1969-2019)”, in programma lunedì 11 novembre dalle ore 9.30 nell’Aula Pio XI dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Il convegno, promosso dall’Archivio per la Storia del movimento sociale cattolico in Italia “Mario Romani” e dal Dipartimento di Storia dell’economia, della società e di scienze del territorio “Mario Romani”, rappresenta la prima iniziativa organizzata a 50 anni dalla scomparsa del fondatore e primo segretario generale della Cisl.
All’evento dell’11 novembre, dopo i saluti di Ferdinando Piccinini, presidente BiblioLavoro, si alterneranno gli interventi di Pierciro Galeone, vicepresidente Fondazione Giulio Pastore, Tiziano Treu, presidente Cnel, Franco Marini, già segretario generale Cisl. Seguirà la tavola rotonda “Per essere guida del mondo del lavoro…”: coordinata da Aldo Carera, direttore Archivio Mario Romani, presidente Fondazione Giulio Pastore, si confronteranno Daniela Fumarola, segretaria generale Cisl Puglia, Onofrio Rota, segretario generale Fai Cisl, Davide Guarini, segretario generale Fisascat Cisl, Ugo Duci, segretario generale Cisl Lombardia. Le conclusioni sono affidate ad Annamaria Furlan, segretaria generale Cisl.
Il convegno è anche l’occasione per ricordare la stretta relazione tra Giulio Pastore e l’Università Cattolica. Un legame raccontato da Aldo Carera. «Erano gli inizi degli anni Cinquanta e Pastore vuole fondare una nuova organizzazione sindacale. Ma si rende conto che ha bisogno di un sostegno culturale. Scrive a padre Agostino Gemelli che gli indica un giovane studioso: Mario Romani». Nasce da quest’incontro il rapporto dell’Ateneo con il sindacalista genovese.
Sarà Romani, uomo di cultura, ad affiancare Pastore, uomo di organizzazione, per tutta la sua esperienza nella Cisl e nella sua concezione di un sindacato moderno e dinamico, tuttora valida. «La sua convinzione di fondo era che i processi di emancipazione delle persone, dei lavoratori e anche dei cittadini sono processi che iniziano dal basso, nascono dalla capacità associativa di mettere insieme le persone e di rispondere alle loro esigenze concrete. Questa è l’attualità del suo pensiero che va recuperata a fronte di un sindacato che col tempo si è sempre più sclerotizzato e burocratizzato», conclude Carera.
Pastore fu anche uomo politico e partecipò attivamente alla vita parlamentare del Paese. Il 6 dicembre, sempre l’Università Cattolica, ospiterà un convegno che ripercorre la sua attività di ministro del Mezzogiorno e delle aree depresse dal 1958 al 1968.