La collaborazione tra la Diocesi di Milano e quella di Garoua (Camerun) risale all’epoca dei cardinali Martini e Tumi a metà degli anni Ottanta. Il sodalizio tra queste due Chiese ha visto il susseguirsi di sacerdoti, famiglie, giovani e laiche consacrate fidei donum che hanno dedicato tempo ed energie alla crescita della giovane Chiesa diocesana di Garoua, aiutando la nascita e lo sviluppo di cinque parrocchie, tre delle quali (Djamboutou, Pitoa e Gashiga) affidate ora al clero locale. Gli ambiti di impegno che hanno visto protagonisti i diversi soggetti fidei donum sono: la pastorale ordinaria delle parrocchie, attività sociale per la scolarizzazione e l’educazione dei minori, l’alfabetizzazione delle donne, educazione sanitaria, prevenzione dell’Aids e un’attenzione alle realtà carcerarie. Tutto questo in stretta collaborazione con il Coe, associazione nata nella Diocesi di Milano sotto l’impulso di don Francesco Pedretti che, a partire dagli anni Novanta, ha realizzato alcuni progetti: un ospedale, un centro di formazione per i giovani, una comunità di accoglienza per i minori a rischio e una realtà per lo sviluppo agricolo.
Attualmente la presenza ambrosiana conta quattro preti. Nella Diocesi di Garoua sono presenti: don Paolo Mandelli e don Luca Damiani nella parrocchia St. Benoit a Djalingo, situata a qualche chilometro da Garoua, e don Luigi Rivolta nella parrocchia St. Jean Marie Vianney a Ngalbidje, alla periferia della città. Durante gli ultimi vent’anni la Diocesi di Garoua è notevolmente cresciuta e il numero di sacerdoti locali è tale da garantire il ministero pastorale in quasi tutte le parrocchie della Diocesi. La cooperazione missionaria tra le Chiese è stata benefica al punto che la Diocesi di Garoua invia oggi suoi preti fidei donum al servizio di altre diocesi. Il quarto fidei donum è don Bruno Vitari, che aveva iniziato il suo servizio nella Diocesi di Garoua nel 1993 e oggi, dopo un rientro in Italia, opera nella Diocesi di Bertoua dove si è recato nel 2011.
Uno dei tesori della missio ad gentes è la meraviglia di vedere Dio all’opera nell’annuncio del Vangelo. Nell’esperienza concreta della visita nei villaggi per la celebrazione dei sacramenti, per esempio, si percepisce che l’annuncio del Vangelo è esperienza di dono offerto e ricevuto. Incontrare e lasciarsi incontrare si rivela dimensione decisiva per tutti i discepoli di Gesù Cristo: non basta essere in terra di missione per essere in missione! La relazione con gli altri, tutti gli altri passa per gli incontri personali. La vita quotidiana è multiculturale, multietnica e a volte multi religiosa (si pensi ai matrimoni e ai funerali) e l’annuncio del Vangelo deve tenerne conto per far sì che davvero tutti siano attirati al Signore Gesù, che chiama alla liberazione dal peccato e alla gioia piena. Tutto questo è motivo di speranza e di gioia e invito a continuare questa fruttuosa cooperazione missionaria che «manifesta la dimensione universale della Chiesa». Alla luce della nostra esperienza personale e secondo l’invito dell’arcivescovo Mario proponiamo «una più abituale considerazione della possibilità di dedicare un certo tempo per incontrare e collaborare con altre Chiese, sia nella forma di brevi esperienze che hanno il fascino dei “viaggi missionari”, sia nella forma di un servizio fidei donum, praticabile da parte di preti e laici per alcuni anni, sia nella forma della scelta di vita degli istituti missionari, con una consacrazione stabile per la missione».