Gn 24, 58-67; Sal 118 (119), 89-96; Pv 16, 1-6; Mt 7, 1-5
Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. E disse al servo: «Chi è quell’uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «È il mio padrone». Allora ella prese il velo e si coprì. Il servo raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto. Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l’amò. Isacco trovò conforto dopo la morte della madre. (Gn 24, 65-67)
La storia della salvezza continua grazie all’unione di Isacco e Rebecca. Il testo è insieme duro e delicato, descrivendo il dolore per la morte della madre, seguito dalla nuova vita possibile grazie a Rebecca. Non si tratta soltanto di trovare un modo per “andare avanti”, come se la vita fosse una linea continua, dove cercare più o meno di stare a galla. Al contrario, la storia narrata dalla genesi è storia della salvezza, perché le tappe che descrive sono le occasioni per riconoscere reale l’alleanza con il Signore, effettiva la sua presenza.
Ormai inoltrato il cammino di quaresima, è possibile verificare in quale modo stia procedendo, se come qualcosa che si prolunga per dovere, oppure come l’occasione, giorno per giorno, per sperimentare le novità attraverso cui il Signore si rende presente nella vita.
Preghiamo
Per sempre, o Signore,
la tua parola è stabile nei cieli.
La tua fedeltà di generazione in generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
dal Salmo 118 (119)