Gn 23, 2-20; Sal 118 (119), 81-88; Pv 11, 23-28; Mt 6, 25-34
Così il campo di Efron, che era a Macpela, di fronte a Mamre, il campo e la caverna che vi si trovava e tutti gli alberi che erano dentro il campo e intorno al suo limite passarono in proprietà ad Abramo, alla presenza degli Ittiti, di quanti erano convenuti alla porta della città. Poi Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nella terra di Canaan. Il campo e la caverna che vi si trovava passarono dagli Ittiti ad Abramo in proprietà sepolcrale. (Gn 23, 17-20)
Il cammino di Abramo prosegue, ma Sara muore. Anche quell’evento luttuoso si inserisce nella storia della salvezza ed è occasione per Abramo per approfondire il suo rapporto di alleanza con il Signore. La vita con Sara ha determinato momenti decisivi della sua esistenza, per questo ha cura di trovarle una degna sepoltura, in un terreno che diventa di sua proprietà. Solo conservando la memoria del suo passato Abramo può avanzare verso la sua destinazione, anche il cammino di quaresima segue la medesima logica: è possibile avanzare nella misura in cui si fa memoria del bene ricevuto, così da non disperdelo.
Preghiamo
Mi consumo nell’attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
Si consumano i miei occhi per la tua promessa,
dicendo: «Quando mi darai conforto?».
dal Salmo 118 (119)