Gn 18, 20-33; Sal 118 (119), 57-64; Pv 8, 1-11; Mt 6, 7-15
Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci». Come ebbe finito di parlare con Abramo, il Signore se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione. (Gn 18, 32-33)
La contrattazione di Abramo con Dio è efficace, perché ottiene la salvezza per la città, in quanto in essa abitano dieci persone giuste. Dio valorizza il bene compiuto, facendo sì che sia quella la misura che dà valore alla storia, piuttosto che accettare che il tanto male che la abita abbia l’ultima parola.
Così succederà, in modo radicale, con la croce di Gesù, quando rispetto al peccato del mondo un gesto di amore fino alla fine determinerà la vittoria della vita sulla morte, per sempre, per tutti.
Vivere la quaresima comporta la scoperta della croce come unità di misura della storia, insegnando a dare valore alle persone e alle situazioni che vivono secondo la stessa logica, impegnandosi a dare la vita perché non vincano le strutture malvagie.
Preghiamo
I lacci dei malvagi mi hanno avvolto:
non ho dimenticato la tua legge.
Nel cuore della notte mi alzo a renderti grazie
per i tuoi giusti giudizi.
dal Salmo 118 (119)