Is 31, 9b – 32, 8; Sal 25 (26); Ef 5, 1-9; Mc 6, 1b-5
Non saranno più accecati gli occhi di chi vede e gli orecchi di chi sente staranno attenti. Gli animi volubili si applicheranno a comprendere e la lingua dei balbuzienti parlerà spedita e con chiarezza. L’abietto non sarà più chiamato nobile né l’imbroglione sarà detto gentiluomo, poiché l’abietto fa discorsi abietti e il suo cuore trama iniquità, per commettere empietà e proferire errori intorno al Signore, per lasciare vuoto lo stomaco dell’affamato e far mancare la bevanda all’assetato. (Is 32,3-4)
Il tempo della salvezza promesso dal profeta Isaia corrisponde alla vita nuova, che si concretizza in un cambiamento morale, che renderà possibile ristabilire a chi tributare onore perché realmente caratterizzato da un cuore puro. Ciò interroga anche il nostro tempo, chiedendo di convertire le situazioni nelle quali, per convenienza o superficialità, si attribuisce valore a chi in realtà compie il male, opprimendo e affamando.
Il cammino di quaresima è un’occasione per convertirsi personalmente e quindi anche per trasformare il proprio modo di affrontare le questioni sociali e politiche, quando spesso si ritiene possano essere accettati valori contrari a quelli che caratterizzano i discepoli del Signore.
Preghiamo
Non siedo con gli uomini falsi
e non vado con gli ipocriti;
odio la banda dei malfattori
e non siedo con i malvagi.
dal Salmo 25 (26)