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Signore, mia roccia e mio redentore

Giovedì della II settimana di Quaresima

20 Marzo 2025

Gn 18, 1-15; Sal 118 (119), 49-56; Pv 7, 1-9. 24-27; Mt 6, 1-6

Il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo».  (Gn 18, 1-3)

La capacità di Abramo di riconoscere la presenza del Signore nelle fattezze dei tre uomini sconosciuti è sorprendente, quella capacità gli viene dal vivere costantemente esposto al Signore, nello sforzo di essere sempre legato a lui, così da diventare capace di individuare le tracce della sua presenza decisiva anche quando ad un primo sguardo non sembrerebbe tale.
Il cammino di quaresima è analogo, perché consiste nella purificazione che consente di arrivare al cuore della realtà, così da individuare la presenza del Signore proprio dove non è attesa, fino a diventare capaci di scoprire che Dio si manifesta dove sembrerebbe impossibile, nella morte che dà la vita sulla croce.

Preghiamo

Ricòrdati della parola detta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
Questo mi consola nella mia miseria:
la tua promessa mi fa vivere.  

dal Salmo 118 (119)