Sir 44, 23g – 45, 2a. 3d-5d; Sal 15 (16); Eb 11, 1-2. 7-9. 13a-c. 39 – 12, 2b; Mt 2, 19-23
Il Signore Dio da Giacobbe fece sorgere un uomo mite, che incontrò favore agli occhi di tutti, amato da Dio e dagli uomini, il cui ricordo è in benedizione. Gli diede gloria pari a quella dei santi e gli mostrò parte della sua gloria. Lo santificò nella fedeltà e nella mitezza, lo scelse fra tutti gli uomini. (Sir 45)
Il libro del Siracide fornisce un ritratto dell’uomo giusto, che può essere applicato anche a Giuseppe. Celebrare oggi la festa di san Giuseppe significa riconoscere fedeltà e mitezza come reali qualità, che hanno contribuito alla realizzazione della storia della salvezza perché hanno consentito a Giuseppe di accogliere Gesù e che pertanto possono diventare lo stile personale di ogni persona, chiamata, ancor oggi, a lasciare che la Buona Notizia possa abitare nella storia.
Preghiamo
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
dal Sal 15 (16)