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Signore, mia roccia e mio redentore

Martedì della II settimana di Quaresima

18 Marzo 2025

Gn 13, 12-18; Sal 118 (119), 33-40; Pv 4, 20-27; Mt 5, 31-37

Allora il Signore disse ad Abram, dopo che Losi era separato da lui: «Alza gli occhi e, dal luogo dove tu stai, spingi lo sguardo verso il settentrione e il mezzogiorno, verso l’oriente e l’occidente. Tutta la terra che tu vedi, io la darò a te e alla tua discendenza per sempre. Renderò la tua discendenza come la polvere della terra: se uno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti. Àlzati, percorri la terra in lungo e in largo, perché io la darò a te». (Gn 13,14-15)

Ciò che il Signore promette non può essere calcolato, tanto è abbondante la misura del suo amore. A volte il rischio dell’abbondanza è però quello di sommergere chi la riceve: non così quando si tratta del dono del Signore; infatti, Abramo è coinvolto in prima persona, per scoprire ciò che gli sarà dato è necessario che lui alzi gli occhi, forzando lo sguardo fino a dove non sarebbe in grado di arrivare.
Parimenti il cammino di quaresima: il dono racchiuso nella Pasqua del Signore è senza misura, ma non annienta nessuno; piuttosto, secondo le proprie capacità, è possibile percorrere un cammino nel quale prepararsi ad accoglierlo, mettendo in gioco la propria libertà.

Preghiamo

Guidami sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in essi è la mia felicità.
Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso il guadagno.  

dal Salmo 118 (119)