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Sirio 10 - 16 marzo 2025
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Anniversario

Servi di Maria, da cento anni presenza orante nel cuore di Milano

Domenica 23 febbraio in San Carlo al Corso la Messa presieduta dall’Arcivescovo, seguita da un momento musicale, avvia le celebrazioni del centenario. Il Superiore fra’ Philominerai Amburose illustra la vita della comunità - a cui apparteneva padre David Maria Turoldo - e la particolare cura dedicata alla cultura

di Annamaria BRACCINI

17 Febbraio 2025
Padre David Maria Turoldo

Cento anni di presenza dei frati Servi di Maria nella Basilica di San Carlo al Corso. Un secolo di servizio nella preghiera, nella carità, per la cultura. È un anno importante quello che la comunità si appresta a vivere con l’apertura delle celebrazioni, domenica 23 febbraio, quando alle 19 sarà l’Arcivescovo a presiedere la Messa. Monsignor Delpini tornerà così in San Carlo al Corso, da cui lo scorso 1 febbraio si era avviato il Giubileo diocesano della Vita consacrata. 

Il Superiore della Comunità, fra’ Philominerai Amburose, di origine indiana e parroco da qualche mese, dice: «Siamo rientrati qui nel 1925. La comunità dei Servi di Maria, che vive in San Carlo al Corso, ha come finalità di essere una presenza orante nel cuore della città. Costudisce la Basilica offrendo uno spazio di raccoglimento e silenzio, momenti di preghiera comunitaria e di celebrazione. È un luogo di formazione, di ascolto della Parola di Dio, nella Lectio divina, di meditazione e studio dei testi biblici. Conta varie attività culturali, nate dalla preoccupazione di vivere la fede nel nostro tempo. Le nostre celebrazioni domenicali sono molto frequentate, ma anche nei giorni feriali sono tanti i fedeli che partecipano. Tutte le Messe sono officiate in rito ambrosiano».

Fra’ Philominerai Amburose

Com’è composta la vostra comunità?
Qui siamo 4 frati e 3 suore. In Italia, nell’insieme delle province in cui è diviso l’Ordine, i Servi sono oggi circa 300 e abbiamo 23 Congregazioni di suore che seguono la nostra spiritualità. Ma il nostro Ordine è antichissimo, essendo stato fondato nel 1233: ne è attestata la presenza a Milano già dal 1288, sin dalla prima espansione nel centro-nord Italia del piccolo Ordine fiorentino dei frati “Servi di santa Maria”. Il convento milanese, tra il 1200 e il 1300, si trovava appena fuori le mura della città, a Porta Orientale. Dopo il 1317 i Servi portarono la loro dimora entro la cinta muraria, provvedendo alla costruzione di un nuovo convento sull’area dell’attuale Basilica di San Carlo. La nuova chiesa fu intitolata a Santa Maria dei Servi. Il figlio più illustre del convento milanese resta il beato Giovannangelo Porro, morto a Milano nel 1505 e al quale era devoto San Carlo Borromeo. San Carlo stesso, si dice, venne guarito da fanciullo per sua intercessione.

Una delle caratteristiche della vostra comunità è la promozione della cultura, basti citare padre David Maria Turoldo…
Certamente. Dedichiamo particolare cura alla cultura, con mostre, rassegne, cicli di conferenze, proposte musicali, come faremo nell’anno centenario. Anche nella serata inaugurale, dopo la celebrazione con l’Arcivescovo, è previsto un momento musicale con l’esecuzione di brani religiosi e di gospel.  

Un’iniziativa di grande risonanza, istituita da Turoldo, è la Messa della Carità. Si prosegue?
Sì, viene celebrata ogni ultima domenica del mese. Tuttavia, proprio a causa dell’avvio del centenario, a marzo la faremo la prima domenica. La Domenica della Carità garantisce, attraverso il Centro di ascolto, un servizio assiduo e attento di accoglienza a chi è più in difficoltà e di analisi della loro situazione. Quindi un aiuto concreto nei campi più diversi, oltre l’aspetto finanziario: dalla sanità alle pratiche burocratiche, dall’istruzione alla ricerca di lavoro e della casa. Il nostro Centro di ascolto è molto attivo, vi lavorano le suore e un frate è il responsabile; ma soprattutto c’è un bellissimo gruppo di volontari che si impegna ogni giorno.