
«Con l’aiuto di Dio possiamo evitare di assuefarci all’ingiustizia, allontanare la tentazione di pensare che certi fenomeni non possano essere debellati». Lo scrive Papa Francesco nel messaggio per l’XI Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone (8 febbraio, memoria di Santa Giuseppina Bakhita). Il Pontefice invita a promuovere «con coraggio ed efficacia, iniziative mirate per indebolire e contrastare i meccanismi economici e criminali che traggono profitti dalla tratta e dallo sfruttamento» e sottolinea l’importanza di «metterci in ascolto, con vicinanza e compassione, delle persone che hanno fatto esperienza della tratta, per aiutarle a rimettersi in piedi e insieme con loro individuare le vie migliori per liberare altri e fare prevenzione».
«Un fenomeno complesso che richiede risposte globali»
«La tratta è un fenomeno complesso, in continua evoluzione, e trae alimento da guerre, conflitti, carestie e conseguenze dei cambiamenti climatici. Pertanto richiede risposte globali e uno sforzo comune, a tutti i livelli, per contrastarlo», scrive il Papa. «Solo sollevando lo sguardo a Cristo, nostra speranza, possiamo trovare la forza di un rinnovato impegno che non si lascia vincere dalla dimensione dei problemi e dei drammi – sottolinea -, ma nel buio si adopera per accendere fiammelle di luce, che unite possono rischiarare la notte finché non spunti l’aurora». Ai giovani il Papa dice: «Bisogna diventare ambasciatori di speranza e agire insieme, con tenacia e amore; occorre mettersi a fianco delle vittime e dei sopravvissuti». Quindi l’appello ai governi e alle organizzazioni a unirsi «per promuovere le iniziative in difesa della dignità umana, per l’eliminazione della tratta di persone in tutte le sue forme e per la promozione della pace nel mondo». Infine, un invito alla speranza: «Possiamo mettere in opera un grande sforzo e creare le condizioni affinché la tratta e lo sfruttamento vengano banditi e prevalga sempre il rispetto dei diritti umani fondamentali».