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Parliamone con un film

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Pregiudizi

Armand: un film che racconta le vittime del pregiudizio

Il primo film di Halfdan Ullmann Tøndel, nipote di Ingmar Bergman e Liv Ullmann, è in grado di sferrare un vero e proprio un pugno nello stomaco. Il talento c’è e si vede, in un’opera che trova come unico difetto l’eccessivo ermetismo

di Gabriele Lingiardi

3 Febbraio 2025

C’era una volta il cinema dei grandi professori, dei modelli che ispiravano alla grandezza. In quei film i luoghi di studio erano ripresi come carichi di vita e libertà. Non c’è nulla che separi il cinema del presente da quello del passato come la sua messa in scena del sistema educativo.

Oggi (si veda La sala professori) il corpo docente ha perso in queste storie ogni suo potere educativo. Sono persone in balia della contemporaneità: genitori troppo attenti, studenti troppo potenti e una apparente crisi di scopo dell’apprendere stesso. Così non stupisce la crudeltà di Armand, primo film di Halfdan Ullmann Tøndel, nipote di Ingmar Bergman e Liv Ullmann. Il talento c’è e si vede in un’opera che trova come unico difetto l’eccessivo ermetismo. Il resto è però un pugno nello stomaco.

La trama

Elizabeth viene convocata d’urgenza a scuola: negli istituti norvegesi, dove vige un controllo serrato per tutto, mancano i protocolli per far fronte alla gravità della situazione. Suo figlio, Armand, è accusato da altri due genitori di avere compiuto una violenza sessuale ai danni di un compagno. Il problema: Armand ha solo sei anni.

L’opera è ambientata quasi interamente all’interno delle mura della scuola elementare, uno spazio che si riempie man mano di immagini allucinate, in cui la realtà dei fatti lascia spazio in scena alle deduzioni e alle sensazioni soggettive dei personaggi: una maestra appena arrivata, timida ma coscienziosa, un preside pavido, una docente da cui scorre copioso il sangue dal naso (nervosismo o una sospetta leucemia?), oltre ai genitori della vittima.

Per comprendere, serve sempre la giusta distanza

Il processo cinematografico che viene fatto a Elizabeth, come madre e come donna sola, trova alcune immagini eccezionali. Un allarme suona a vuoto come specchio di una società così allarmata rispetto alla crescita dei più piccoli da prendere delle cantonate.

La risoluzione avverrà sotto la pioggia, senza dialoghi, ma tutto sarà chiarissimo sulla base della posizione nello spazio assunta dagli attori. Anche nelle comunità più attente, il giudizio e soprattutto il pregiudizio possono mietere vittime. Soprattutto una madre in difficoltà, che sfonda con i suoi abiti leggeri il velo di perbenismo. Per comprendere le vite altrui serve sempre la giusta distanza.

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La scheda del film

Regia di Halfdan Ullmann Tøndel. Con Renate Reinsve, Ellen Dorrit Petersen, Endre Hellestveit, Thea Lambrechts Vaulen.

Genere Drammatico, Norvegia, 2024, durata 100 minuti.

Distribuito da Movies Inspired.

 

Temi: giudizi, pregiudizi, educazione, madri sole, scuola, violenza, morale

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