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I pellegrini di speranza esultano di gioia alla voce dello sposo

Quinta domenica di Avvento. Visita Pastorale (Sesto San Giovanni), Sesto San Giovanni, Parrocchia S. Carlo - 15 dicembre 2024

15 Dicembre 2024

1. La visita pastorale.

La visita pastorale è l’occasione per dirvi: voi mi siete cari. Voi mi state a cuore. Normalmente il vescovo esprime la sua sollecitudine per le comunità inviando i preti e coloro che ricevono dal vescovo il mandato di prendersi cura della Chiesa nel territorio. La visita pastorale è l’occasione per dirlo di persona.

La visita pastorale è l’occasione per esprimere la dimensione diocesana della nostra Chiesa. L’unico vescovo visita le parrocchie perché è a servizio dell’unità della Chiesa e invita a riconoscere, ad apprezzare, a essere fieri di essere parte di questa Chiesa diocesana, di questa presenza della Chiesa nel territorio che è la città / decanato di Sesto e in questo avvio di più definita pastorale di insieme con la parrocchia di San Giorgio.
Secondo quanto scrive il Consiglio Pastorale Parrocchiale, la parrocchia, innestata nel tessuto urbano, si è andata anch’essa trasformando, mantenendo comunque un carattere popolare e al contempo familiare. … In questo si avverte una sfida dalle molteplici sfaccettature: da un lato la nostalgia delle persone che hanno visto nascere e crescere in questo luogo un quartiere e una città in mutamento, dall’altro il tema dell’inclusione degli “stranieri”. … Nonostante questo la parrocchia rimane un segno di una presenza credente e gratuita, un tassello costitutivo dell’identità del quartiere, ma soprattutto un luogo che racconta il Vangelo. … una tenda nel deserto che ha e dona spazio … al centro il cuore della nostra fede, con il Signore Gesù nell’Eucaristia e sulla croce (Testo per l’incontro con il Consiglio Pastorale – p.1)

La visita pastorale è per condividere l’ascolto della Parola che è stata annunciata in questa celebrazione eucaristica per domandarci: che cosa dice il Signore a questa comunità, in questa città, in questo tempo di Chiesa?

 

2. Tu non dovrai più piangere (Is 30,18ss)

Ha pianto troppo l’umanità. Troppe lacrime oggi sui volti della gente, dei bambini, degli adulti, degli anziani. Troppo dolore sulla faccia della terra.
Ma i pellegrini di speranza, cioè coloro che rispondono alla chiamata del Signore e si mettono in cammino, non si accontentano di elencare i motivi di tante lacrime e di raccontare dei disastri inflitti all’umanità e alla terra da troppa cattiveria, da troppa ottusità, da una natura troppo spietata.
Non si accontentano di registrare disastri e dolori. I pellegrini di speranza hanno una parola da dire da parte di Dio: tu non dovrai più piangere!
Vengono infatti da parte di Dio, come il profeta Isaia, per annunciare la consolazione e la salvezza che viene dal Signore. I pellegrini di speranza cantano il salmo: Il Signore rimane fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri … (Sal 145).

 

3. Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore (2Cor 4,1ss?)

Sono forse dei sognatori? Sono degli ingenui? Sono presuntuosi che pensano di avere soluzioni e rimedi per tutti i disastri e i dolori?

Piuttosto i pellegrini di speranza sono gente sincera e non parlano di sé e non contano su proprie forze o astuzie: “… non ci perdiamo d’animo. … abbiamo rifiutato le dissimulazioni vergognose… annunciando apertamente la verità e presentandoci davanti a ogni coscienza umana, al cospetto di Dio … Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore” (2Cor 4,1ss).
Ecco che cosa hanno da dire: Gesù e la sua salvezza.

Può succedere che i discepoli di Gesù siano reticenti proprio a proposito di Gesù: hanno molte parole buone da dire, hanno analisi interessanti da confrontare, si propongono come compagni di viaggio di molti con gesti di amicizia e di solidarietà, hanno buoni consigli e parole sapienti. Ma sanno dire di Gesù? Trovano le parole e le occasioni per dare testimonianza a Gesù? Fanno capire di essere discepoli di Gesù, salvati da lui, consolati, ricolmati di gioia per la sua presenza?

 

4. L’amico dello sposo esulta di gioia

I discepoli di speranza esultano per la voce dello sposo, come fanno gli amici dello sposo, come fa Giovanni il precursore che battezzava a Ennòn, vicino a Salim.
La gioia per la presenza di Gesù è il modo irrinunciabile per comunicare la fede e per consolare l’umanità in lacrime.
La gioia cristiana non è una “gioia qualsiasi”, non viene da una qualsiasi parte, dalla voce dello sposo. Viene cioè dell’ascolto della parola di Gesù, al quale Giovanni ha dato testimonianza. La sua presenza e la sua opera sono la rivelazione che compie le promesse dei profeti, tu non dovrai più piangere.
Ma i cristiani sono contenti di essere cristiani?

 

5. Questa è la strada, percorretela.

I tuoi occhi vedranno il maestro, i tuoi orecchi sentiranno la parola dietro di te: “Questa è la strada, percorretela”, caso mai andiate a destra o sinistra.
Infatti Gesù è la via: se vuoi giungere alla terra promessa, cammina in Gesù, che è la via. Se vuoi essere pellegrino di speranza, percorri segui Gesù, che è la via. Se vuoi raggiungere i fratelli e le sorelle per asciugare le loro lacrime e annunciare la liberazione, lasciati condurre da Gesù che è la via.

In conclusione per poter dire alla gente: “tu non dovrai più piangere”, noi abbiamo solo questo:

  • Annunciare Gesù;
  • Irradiare la gioia della presenza di Gesù, lo sposo che si annuncia;
  • Percorrere la via che è Gesù, vivere come lui, dimorare in lui.