L’annuncio della grande gioia raggiunge per primi quelli della notte: pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge.
La gioia sorprendente e inquietante raggiunge il popolo della notte.
Uomini e donne che di notte lavorano, si adattano a ritmi di vita al contrario, vanno a dormire quando gli altri si svegliano. Il loro lavoro custodisce la vita della comunità, veglia sui malati, assicura i servizi essenziali. Talora anche vivono di quella consuetudine con le tenebre e la luce artificiale che infonde un sentimento di solitudine, di estraneità alla compagnia della gente. Al popolo della notte sono inviati gli angeli per annunciare la grande gioia e la gloria del Signore li avvolge di luce: nella fatica del lavoro quotidiano è presente il Verbo di Dio per donare la grazia di essere figli di Dio.
Uomini e donne che di notte soffrono, perché sono malati, perché assistono i malati, perché è troppo doloroso sopportare il gemito di un bambino, della mamma, del papà che chiede di stringere la mano, di bere un po’ d’acqua. Nella notte di veglia il popolo della notte è tormentato dalla domanda: dov’è la consolazione di Dio? dov’è la potenza di Dio salvatore?
Al popolo della notte sono inviati gli angeli per annunciare la grande gioia e la gloria del Signore li avvolge di luce: nello strazio del dolore si fa vicina la fragilità di Gesù e la sua presenza offre consolazione e ristoro.
Il popolo della notte, uomini e donne che amano le tenebre per operare il male, tramano cattiverie, si concedono ai vizi, si sfogano con la violenza. Nelle tenebre risulta più facile ignorare i volti e tormentare i corpi; nel buio sembra possibile ogni trasgressione; si nascondono nella notte gli operatori di iniquità, che sanno di non meritare altro che disprezzo e castigo.
Anche a questi abitanti della notte e delle tenebre sono inviati gli angeli per annunciare la parola che dichiara la sconfitta del male, l’apparire della luce che mostra che il male è male e il bene è bene e che per tutti è offerta la grazia di una vita nuova.
Il popolo della notte abita le ore insensate, il tempo buttato via, i giorni della giovinezza sprecati, il gusto di esagerare ritenendo noioso il buon senso, il desiderio di intontirsi perché la lucidità sembra imporre di guardare in faccia la disperazione, l’avidità del divertimento, del piacere irresponsabile perché la responsabilità risulta insostenibile.
Anche a questo popolo della notte sono inviati gli angeli per annunciare la grande gioia, la presenza che dà senso alla vita. La presenza del Salvatore che è Cristo Signore, il bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia, dice che la vita è salvata, che ogni figlio dell’uomo è chiamato a essere figlio, figlia di Dio, che la vita merita di essere vissuta e che è desiderabile diventare adulti, prendersi la responsabilità di vivere e di dare vita.