1. La vita nella desolazione del fallimento
La vicenda di Noemi è straziante: è emigrata animata dalla speranza: un marito, due figli, due nuore amabili, una terra ricca di frutti e di promesse. La sua migrazione è un fallimento. Muoiono il marito e i figli, la terra diventa straniera, è partita piena di speranza, ritorna piena di amarezza.
La vicenda di Zaccaria è segnata dalla desolazione. Ha frequentato il tempo, è un uomo devoto; ha sposato una santa donna, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma il desiderio più intenso, la speranza più grande è stata delusa. Una vita coniugale che si può descrivere come un fallimento.
Forse può essere desolante anche la nostra vicenda.
La terra della speranza si è rivelato ostile alla speranza, la perseveranza nella pratica della giustizia non ha portato al successo, ma alla delusione.
Vengono giorni in cui si è indotti a trarre conclusioni deprimenti. La mia vita è un fallimento. Sì ho conseguito risultati, ma il desiderio più grande non si è realizzato.
La sindrome del fallimento può essere una malattia paralizzante, può indurre allo scoraggiamento, a vedere tutto nero.
2. Ci vorrebbe una annunciazione
Ci vorrebbe una annunciazione.
Nella necessità di far fronte, di trovare una via d’uscita alla situazione sconcertante, c’è la presunzione di avere le risorse e le capacità per trovare una soluzione. “conosco questo e quello; ho trovato in internet informazioni e indicazioni; tra i miei colleghi di lavoro, tra i miei amici ci sono quelli che sanno, quelli che consigliano; ecc.”. Alla fin fine, però sei solo.
La vita si può vivere come un programma da realizzare; ma che cosa succede quanto si rivela irrealizzabile?
La vita si può vivere come una sistemazione rassicurante; ma che cosa succede quando un evento scuote la situazione?
La vita si può vivere come una serie di esperimenti, provando qua e là e non trovando mai la casa da abitare, la persona con cui condividere la vita; ma che cosa succede quando si pone la questione del definitivo?
Ci vorrebbe una annunciazione. Zaccaria è visitato nel tempio da un angelo di Dio e l’annunciazione è talmente inattesa e sorprendente che diventa motivo di scetticismo.
Ma la vocazione con cui l’angelo lo chiama si rivela la via che porterà alla gioia incontenibile, la via del cantico: benedetto il Signore, il Dio di Israele, che ha visitato e benedetto il suo popolo
Considerando la vicenda di Zaccaria, di Noemi, di Maria, possiamo invocare l’annunciazione di cui abbiamo bisogno: è certo che il Signore manderà il suo angelo a coloro che sanno ascoltare, accogliere, rallegrarsi di riconoscere nella vita e negli imprevisti della vita non un caso, non un destino, ma la vocazione. Le circostanze non sempre sono opera di Dio, sempre però possono essere occasione per compiere le opere di Dio.
Forse anche tu sei un angelo di Dio? forse anche tu sei in attesa di una annunciazione? Forse anche tu sei mandato per una annunciazione?
Forse in questo Natale, verrà un messaggero di Dio nei tuoi sogni o nelle tue preghiere o nell’ambiente dove vivi, lavori, ami, fatichi: una nuova vita può cominciare, una vita scontata può essere avvolta della gloria di Dio.