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La gente di Caritas ambrosiana, gli amici dello sposo

Cinquantesimo di Caritas Ambrosiana. Quinta domenica di Avvento, MILANO – 15 dicembre 2024

15 Dicembre 2024

1. Tu non dovrai più piangere (Is 30,18ss)

Ha pianto troppo l’umanità. Troppe lacrime oggi sui volti della gente, dei bambini, degli adulti, degli anziani. Troppo dolore sulla faccia della terra.

Ma i pellegrini di speranza, la gente della Caritas, i discepoli di Gesù, cioè coloro che rispondono alla chiamata del Signore e si mettono in cammino, non si accontentano di elencare i motivi di tante lacrime e di raccontare dei disastri inflitti all’umanità e alla terra da troppa cattiveria, da troppa ottusità, da una natura troppo spietata.

Non si accontentano di registrare disastri e dolori. I pellegrini di speranza hanno una parola da dire da parte di Dio: tu non dovrai più piangere!

Vengono infatti da parte di Dio, come il profeta Isaia, per annunciare la consolazione e la salvezza che viene dal Signore. I pellegrini di speranza cantano il salmo: Il Signore rimane fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri … (Sal 145).

 

2. I tuoi idoli rivestiti d’oro getterai via (Is 30,22)

La parola del profeta, la parola del precursore, la testimonianza dei discepoli indica nell’idolatria il motivo di tante lacrime. Cose immonde le tue immagini ricoperte di argento; i tuoi idoli rivestiti d’oro getterai via come un oggetto immondo. “Fuori!” tu dirai loro.

La denuncia è contro la ricchezza che inquina la vita del popolo, l’avidità che tormenta la vita delle persone, l’illusione che induce a pensare che oro e argento siano come Dio, capaci di salvare.

La situazione drammatica, le troppe lacrime dell’umanità hanno una radice morale. Non si riduce a un problema organizzativo, non si spiega con eventi naturali, non ha radice nelle sventure imprevedibili della vita sottratte alla libertà umana. Secondo il profeta il principio delle lacrime è l’idolatria: adorare l’oro, invece che Dio che ha creato la terra per i figli degli uomini, adorare l’argento, invece che il Dio della gioia.

 

3. L’amico dello sposo esulta di gioia

Tra le lacrime causate dall’idolatria dell’oro e dell’argento si ascolta una voce che promette consolazione e gioia. È la voce dello sposo che riempie di gioia i suoi amici, come testimonia Giovanni il precursore. Dio vuole sposare l’umanità, vuole renderla contenta, vuole salvarla: ecco che cosa dice la voce dello sposo!

Dio compie il suo progetto di salvezza in Gesù, il Verbo di Dio che si fa uomo, entra nella storia, nella vita, nelle relazioni degli uomini e delle donne e annuncia ancora la parola del profeta: tu non dovrai più piangere.

Coloro che accolgono Gesù, coloro che esultano di gioia ascoltando la sua voce sono incaricati di percorrere la terra e il tempo che viviamo con lo stesso annuncio. Non dovrai più piangere.

La gente di Caritas ambrosiana pratica così la sua missione: raccolgono confidenze, ascoltano richieste, vedono lacrime nella pratica quotidiana ed esprimono il volto riconoscibile della Chiesa ambrosiana nella parola, nel gesto, nell’aiuto che vorrebbe dire: Tu non dovrai più piangere.

 

 4. Fondo Schuster – Case per la gente.

Anche noi sentiamo la responsabilità di questa missione e in tanti modi la Chiesa offre consolazione e sollievo. Oggi vorrei concentrare l’attenzione su uno dei motivi più diffusi di frustrazione e di pena che abita la nostra terra.

Il Beato Card Schuster nel 1949 rivolgeva un appello alla Diocesi di Milano e scriveva: «È impossibile fare un calcolo anche approssimativo di tutti quei giovani e signorine che aspettano invano una casa, almeno un buco per comporre la loro famiglia … non ci sono case. È impossibile fabbricarne per la situazione finanziaria… ci sono invece case a sufficienza per i ricchi … affitti proibitivi per i poveri».

Nella Milano distrutta dalla guerra Schuster azzarda una proposta ardita: «Ora, in nome della carità e della giustizia io oso lanciare un appello a quanti possono disporre del superfluo, banchieri, industriali, finanzieri perché vogliano concorrere a quest’opera cristiana di costruire case per quanti ne sono privi».

In questa nostra Milano così attraente e intraprendente è necessario ripetere il grido antico: non ci sono case!

Ispirato dalle parole del Beato Card Schuster, in occasione del 50mo di Caritas Ambrosiana, voglio rivolgere un appello simile e dare vita a un fondo che intitolo al Card Schuster. Si chiamerà dunque Fondo Schuster – Case per la gente. È un fondo che vuole raccogliere risorse per progetti di riqualificazione di case in degrado, per fornire garanzie per chi è in difficoltà per stipulare un contratto di affitto, per continuare a soccorrere chi si trova in difficoltà con le spese che la casa impone. È un fondo di risorse finanziarie che inizia con la destinazione di un milione di euro da parte della Diocesi, attingendo a quell’8×1000 per la carità che la firma di tante persone rende disponibile. Chiedo a tutti coloro che possono di contribuire ad arricchire questo fondo perché si possano aiutare molti.

Ma il Fondo Schuster non vuole essere solo una raccolta di risorse: vuole essere un messaggio, una provocazione, un invito alle istituzioni e a tutti gli enti e le persone sensibili alla sfida. Comune di Milano e Regione Lombardia hanno già garantito di mettere a disposizione appartamenti da riqualificare. Saranno un primo segno di cui i cittadini sono grati. Ma è solo un segno. Invochiamo una politica, una strategia, un’alleanza perché anche nella nostra città e nelle città della nostra diocesi si diffonda una parola di speranza e di incoraggiamento: tu non dovrai più piangere.

 

In conclusione desidero esprimere la gratitudine, l’ammirazione e l’apprezzamento che raccolgo da ogni parte per la gente e l’organizzazione di Caritas Ambrosiana. La gente, gli operatori, i volontari di Caritas Ambrosiana esprimono il volto della Chiesa ambrosiana che ascolta il comandamento della carità, pratica la carità, insegna la carità, ascolta i poveri e abilita a praticare la carità.

La gente di Caritas è dappertutto e fa molto. Sa però di essere solo un segno, non una soluzione. È un seme, non presume di essere un risultato. È soltanto un piccolo seme nell’immenso bisogno dei poveri. È solo un seme, ma crede in Dio.

Ora affrontiamo questa nuova sfida del Fondo Schuster – Case per la gente. Un segno, un seme, ma crescerà: so che posso contare sulla gente della Caritas, posso contare sulla gente delle nostre città, posso contare sulle istituzioni.

Mi pare di ascoltare da ogni parte la voce dello sposo. Esulto di gioia.