Ct 1,1; 3,6-11; Sal 44; Lc 12,34-44
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli». Lc 12,35-37a
Abbiamo cercato di custodire il tempo dell’attesa, abbiamo gioito della luce che ha invaso il mondo con la presenza di Gesù il Salvatore, e abbiamo provato ad allargare lo sguardo ai molti segni con i quali il Signore manifesta la sua vicinanza irriducibile all’umanità tutta. Ma il tempo dell’attesa non è concluso, anche se siamo andati ormai oltre l’Avvento, come non si è definitivamente realizzato il disegno di salvezza di Dio, che ancora, con noi, attende il suo pieno compimento. La vigilanza rimane e rimarrà un’attitudine da custodire sempre; la luce delle nostre piccole lampade andrà tenuta accesa, perché magari ci saranno ancora tempi bui e faticosi; il desiderio di poter cogliere i segni della vicinanza di Dio ci chiederà ancora di tenere lo sguardo attento e disteso tutto all’intorno; il Signore potrà allora contare sulla nostra viva collaborazione perché si faccia strada, nella storia, il suo regno, quello che ci ha affascinato e in nome del quale ci diciamo “credenti”.
Preghiamo
Dio onnipotente, che ci hai avvolto di una nuova luce
con l’incarnazione del tuo Verbo, fa’ che lo splendore
della fede che ci ha rischiarato la mente
rifulga anche nella nostra vita.
dalla liturgia