Dn 2,26-35; Sal 97; Fil 1,1-11; Lc 2,28b-32
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Lc 2,29-32
È possibile attraversare la vita e andare incontro alla vita che verrà con la serenità di chi ha potuto vedere, ha potuto sperimentare e ritiene di avere motivo per essere riconoscente, anche un poco fiero del proprio cammino, pur nella consapevolezza dei propri fallimenti? Le parole dell’anziano Simeone sembrano la consegna pacificata della propria vita al tempo di Dio. Di fronte a quanto ha potuto intuire di Gesù, pur così piccolo, Simeone si ritrova “sazio”, perché vede la storia, sua, di tutti e di tutto, nelle mani di Dio, assicurata nel suo destino, salvata. Ha gli occhi stanchi ma vede, perché ha saputo attendere; può prepararsi a chiuderli perché conosce cosa sia veramente luce; e non parla solo per sé, anzi la sua pace viene proprio dal riconoscere che la salvezza di Dio investe ogni cosa e ogni persona: c’è forse altro da cercare, attendere, perseguire?
Preghiamo
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
dalla liturgia del giorno