L’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha fatto tappa a Sesto San Giovanni per una visita pastorale all’ospedale locale, portando con sé parole di conforto, riflessione e speranza. Una giornata intensa, scandita dall’incontro con pazienti, personale medico e infermieristico, in un dialogo profondo che ha toccato i temi centrali della cura e della dignità umana.
«Che cosa hai nel cuore?»
Il momento centrale della visita è stato segnato dalla meditazione sul brano dei discepoli di Emmaus. Monsignor Delpini ha rivolto ai presenti una domanda semplice ma penetrante: «Che cosa hai nel cuore in questo momento? Che cosa ti rende triste?». Un invito a guardarsi dentro, non per ciò che si fa o per il ruolo che si ricopre, ma per ciò che si è, in un’intimità sincera davanti a Gesù.
Questo approccio personale ha coinvolto profondamente tutti i partecipanti, aprendo uno spazio di ascolto e riflessione che ha posto al centro non solo i bisogni fisici, ma anche quelli spirituali e emotivi.
L’umanità al cuore della medicina
Nell’aula magna dell’ospedale, l’Arcivescovo si è rivolto al personale sanitario con una riflessione che ha saputo coniugare concretezza e spiritualità. Ha evidenziato l’importanza di un passaggio essenziale: dal semplice curare al prendersi cura, invitando a vedere i pazienti non come casi clinici, ma come persone con una storia e una dignità unica. Ha sottolineato come le nuove tecnologie, per quanto avanzate, non possano mai sostituire la relazione diretta e autentica tra medico e paziente, un legame che rimane il cuore pulsante di ogni percorso di guarigione.
Inoltre, ha voluto richiamare l’attenzione sul valore della vita, che deve sempre rimanere al centro dell’opera dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario. Il loro lavoro non è solo una professione, ma una vera e propria missione al servizio della vita, un dono che richiede rispetto e responsabilità.
Un abbraccio di speranza
Nel pomeriggio, monsignor Delpini ha visitato i reparti di pediatria, medicina e hospice, incontrando bambini ricoverati, pazienti e malati terminali. Ogni incontro è stato segnato da un gesto di vicinanza concreta: saluti, preghiere e benedizioni che hanno portato luce e conforto anche nelle situazioni più difficili.
Particolarmente toccante è stato il suo passaggio nell’hospice, dove ha pregato per i malati terminali e ha condiviso con loro e con il personale un momento di grande intensità spirituale. Questo gesto ha richiamato il valore dell’accompagnamento alla fine della vita, vissuto non come abbandono, ma come un atto di amore e profonda umanità.
Una visita che lascia il segno
La visita dell’arcivescovo Delpini non è stata soltanto un’occasione formale, ma un momento di autentica vicinanza. Le sue parole e i suoi gesti hanno saputo rinnovare il senso di comunità e missione tra coloro che operano in un contesto così delicato come quello ospedaliero.
In ogni incontro, dal personale sanitario ai pazienti, l’Arcivescovo ha richiamato tutti alla centralità della relazione umana, al valore inestimabile della vita e alla speranza che nasce dall’essere accolti e accompagnati con amore.