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Sirio 18 - 24 novembre 2024
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Messaggio

L’Arcivescovo: «Leggere “Avvenire” per andare oltre banalità e superficialità»

Per la Giornata del quotidiano cattolico monsignor Delpini ne sottolinea la «riconosciuta autorevolezza», dovuta a «serietà della documentazione, pacatezza dei toni, attenzione alla pluralità dei punti di vista, ampiezza dello sguardo sul pianeta, originalità degli approfondimenti»

di monsignor Mario DELPINI Arcivescovo di Milano

17 Novembre 2024

Non sentite un desiderio di un pensiero che sia oltre la banalità? Non avvertite un bisogno di un’informazione che non sia ridotta nei limiti di un messaggio social? Non provate fastidio per un’informazione sulla Chiesa, il Papa, le vicende di comunità, preti, istituzioni ridotta entro gli schemi rigidi del pregiudizio e del prurito per lo scandalo? Non vi sembra troppo parziale l’informazione sul mondo che si riduce all’elenco dei disastri?

Mi sembra sia urgente che la comunità cristiana e che le persone serie dichiarino la loro insofferenza rispetto a un sistema di informazione superficiale e schematico. L’informazione sbrigativa, parziale è funzionale a deprimere la speranza e la fiducia nell’umanità, per scoraggiare il cammino verso il futuro come responsabilità sostenibile, promettente e doverosa.

La Giornata del Quotidiano cattolico Avvenire è un appuntamento annuale che provoca le nostre comunità e forse offre un’alternativa all’omologazione rassegnata o alla insofferenza impotente. La serietà della documentazione, la pacatezza dei toni, l’attenzione alla pluralità dei punti di vista, l’ampiezza dello sguardo sul pianeta, l’originalità degli approfondimenti negli ambiti delle arti e della cultura hanno fatto guadagnare una riconosciuta autorevolezza ad Avvenire.

Desidero raccomandare alle comunità cristiane della Diocesi di Milano di trovare un’occasione per rivolgere l’attenzione al tema dell’informazione quotidiana e alla proposta di Avvenire (e naturalmente mi riferisco anche all’inserto domenicale Milano7). Non è raro – mi sembra – scorgere nelle nostre comunità una specie di complesso di inferiorità a riconoscersi cattolici nell’entrare nel confronto su temi di attualità e una sorta di imbarazzo a fare riferimento a fonti di informazioni alternative a quelle troppo superficiali e schematiche. Anche sulla vita della Chiesa, e sui messaggi qualificanti che ne vengono, forse molti cattolici dipendono da letture più inclini a trovare conferma ai propri pregiudizi che a riconoscere nella Chiesa cattolica un’intelligente simpatia per l’umano e un contributo volonteroso per percorsi di pace, di giustizia, di bene comune.

Desidero anche esprimere la mia gratitudine per tutti coloro che nei servizi della “buona stampa” o personalmente si prestano per la diffusione di Avvenire: sono eredi di una grande tradizione e hanno cura della continuità di un servizio prezioso.