Mi 5,2-4a; Sal 95; Gal 1,1-5; Lc 2,33-35
«Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!» Mi 5,3-4a
Nell’ultimo giorno dell’anno civile, la pagina profetica cui possiamo dare attenzione ci offre immagini rassicuranti e promettenti: Michea sta parlando di Betlemme e di quel re che in continuità con Davide verrà da Betlemme, attraverso il quale si manifesterà la cura di Dio per il suo popolo e per tutti i popoli. Il Messia atteso sarà la pace definitiva per tutti! Se Dio si è davvero fatto così vicino, allora c’è motivo per dar credito a questo annuncio illuminante e rasserenante, pur in presenza di una storia che non conosce ancora la pace attesa, anche se conosce un poco Gesù, il Salvatore. Sta anche a noi mantenere viva questa fiducia, mostrarne l’illuminante ricchezza, farne vibrare le sue concrete possibilità; sta a noi perché – come il profeta Michea – abbiamo ascoltato e abbiamo visto, e questo non ci può più lasciare semplicemente come spettatori, ma ci fa attori e partecipi, collaboratori appassionati: ci sta a cuore la luce, ci sta a cuore la pace!
Preghiamo
La tua misericordia, o Dio, mi accompagni
per tutti i giorni della mia vita.
Anche se passerò tra le ombre della morte
non avrò alcun timore perché tu sei con me.
dalla liturgia del giorno