Pr 8,22-31; Sal 2; Col 1,13b.15-20; Gv 1,1-14
«In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui». Gv 1,4-7
Nei giorni del Natale, festa della luce, che si è voluta sovrapporre alla festa romana del Sole Invincibile, nei giorni del solstizio d’inverno, celebriamo quella presenza di salvezza che è Gesù, la cui venuta porta luce nel mondo, illumina il cammino di ogni uomo, proprio come il sole, in questi giorni, riguadagna spazio tra le ore della giornata (almeno nel nostro emisfero). Giovanni, nel testo evangelico, ripercorre la gratuità di questo dono di luce che splende nelle tenebre, invincibile dalle tenebre, motivo per la vita degli uomini. E noi, che come il Battista vogliamo esserne testimoni, non possiamo permetterci di centrare tutto su noi stessi, come se fossimo noi (o le nostre strategie e le nostre strutturazioni) a garantire la via della salvezza, come se fossimo noi a possedere e dispensare la luce: noi ne siamo a servizio, gioiosamente, beatamente, ma non siamo noi la luce. Allora facciamo festa e ringraziamo, perché ci è fatto un dono, grande.
Preghiamo
Santo, Santo, Santo il Signore, Dio dell’universo.
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Osanna nell’alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Osanna nell’alto dei cieli.
dalla liturgia del giorno