1Gv 1,1-10; Sal 96; Rm 10,8c-15; Gv 21,19c-24
«Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità». 1Gv 1,5-6
L’apostolo Giovanni scrive con serena fierezza ai suoi discepoli, e anche a noi oggi, con il desiderio di raccontare quella luce in cui si sente immerso da quando ha conosciuto Gesù; una luce nella quale ha cercato di vivere i suoi giorni e che vuole sia riconoscibile da tutti, perché ci sono una gioia da raccogliere e una serie di decisioni, nella vita, da intraprendere con coraggio e con verità. Insomma, non possiamo celebrare il Natale senza farci carico delle vitali conseguenze di quanto festosamente annunciamo dicendo e cantando che «è nato il Salvatore»! L’invito di Giovanni a camminare nella luce è motivato dalla libertà che nasce dal non avere più motivi di paura, se si è incontrato il volto della salvezza. Forse non lo raccontiamo abbastanza, o forse lasciamo che la paura prevalga, oppure siamo anestetizzati e anestetizziamo la forza dirompente della Buona Notizia. Non c’è più nulla da nascondere, possiamo rivestirci di luce!
Preghiamo
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.
dalla liturgia del giorno