At 6,8–7,2a; 7,51–8,4; Sal 30; 2Tm 3,16–4,8; Gv 15,18-22
«Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato». Gv 15,20b-21
La figura del martire Stefano, che ogni anno ci viene ricordata a seguire immediatamente il Natale, ci ripresenta lo scenario sempre aperto dell’accettazione o del rifiuto della Buona Notizia, che ha la forza di creare scompiglio, persino di prestarsi a letture diverse e contrastanti. E questo perché è annuncio consegnato alla libertà, lontano da ogni imposizione, persino da ogni irrinunciabile evidenza. C’è stata e c’è tutta una storia tanto di indifferenza e ostilità, quanto di festosa accoglienza del messaggio e della persona di Gesù di Nàzaret. Se ci sentiamo in qualche modo discepoli e chiamati a “portare” questa Notizia, è bene che sappiamo accettare con pace questa bellezza e questa fatica dell’evangelizzazione, che può trovare apertura e accoglienza così come chiusura o sospetto. Per fortuna – anzi per grazia! – solo Dio saprà come ricapitolare tutto, in quel giorno, in Cristo Gesù. Noi semplicemente ringraziamo per esserne stati messi a parte.
Preghiamo
Signore, tu sei la mia speranza,
mio rifugio e mia forza.
Signore Gesù, accogli il mio spirito.
dalla liturgia del giorno