Rt 4,8-22; Sal 77; Est 9,1.20-32; Lc 2,1-5
«Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta». Lc 2,4-5
Benché le fonti storiche del tempo collochino un censimento diversi anni dopo la nascita di Gesù, noi possiamo raccogliere, dal testo dell’evangelista, la sua intenzione di inserire la nascita del Salvatore in un contesto che riguarda il percorso dell’umanità intera: qui non si tratta di riconoscere o meno qualcosa che interessa una singola famiglia e nemmeno un casato; non è neppure questione limitata al popolo ebraico: si tratta del destino di pienezza dell’intera creazione. Ecco perché anche la precisa collocazione storica è secondaria: è vicenda, quella di Gesù, che travalica i tempi, che ha molto da dire ancora oggi, e che segna e segnerà la storia in tutta la sua estensione. È questa la ragione che dobbiamo ricordare e la memoria che dobbiamo provare a custodire, per questa festa ormai vicina, celebrata da molti e in molti luoghi, e spesso forse un poco spogliata della sua vivida luce di senso e speranza. È la festa di noi tutti e della storia che è visitata e salvata una volta per tutte!
Preghiamo
Esulta nel Signore,
allietati e gioisci
perché viene Cristo, tuo re,
a guarire i cuori umiliati.
dalla liturgia del giorno