Rt 2,19–3,4a; Sal 17; Est 7,1-6; 8,1-2; Lc 1,57-66
«Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei». Lc 1,57-58
Gli eventi che preparano la venuta del Salvatore, nel racconto di Luca, sono passaggi segnati dal vivo senso della fraternità, dell’aiuto reciproco, della festa condivisa per ciò che di buono la vita può presentare; eventi che sanno trasformarsi in riconoscenza anche verso Dio, conosciuto nella sua misericordia, cioè nella sua capacità di empatia, vicinanza, partecipazione al nostro cammino, spesso così faticoso. Che poi è il significato dello stesso nome Giovanni, su cui Luca insiste così vivacemente: Dio fa dono, Dio è misericordioso, Dio ha dato ascolto… È già annuncio di quanto accadrà, di lì a poco, con la nascita di Gesù. La nascita del Precursore orienta già lo sguardo e la partecipazione al compiersi della salvezza promessa dal Signore: Dio non si è dimenticato, le sue promesse vanno realizzandosi, il suo atteggiamento verso di noi è di cura e di attenzione, e ne gioiscono tutti, da Maria a Elisabetta e Zaccaria, fino ai vicini e ai parenti. E si fa festa insieme. Che possa essere ancora questo il senso della gioia del vicino Natale?
Preghiamo
Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele,
rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme.
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
dalla liturgia del giorno