Rt 2,4-18; Sal 102; Est 5,1-8; Lc 1,39-46
«In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo». Lc 1,39-41a
La venuta del Messia è accompagnata anche da questi gesti di semplice e preziosa cura reciproca, tra Maria ed Elisabetta, dalla vivacità di relazioni intense, che si vogliono custodire e accompagnare, dalle possibilità di aiutarsi che sono date. Luca non disdegna di raccontare anche questi piccoli particolari, mentre muove il suo racconto verso la nascita del Salvatore atteso. C’è la fretta di Maria che viaggia dalla Galilea alla Giudea; c’è il saluto fraterno, dentro una casa familiare; c’è persino il coinvolgimento di Giovanni, non ancora nato, nel grembo della madre. E c’è poi un accorato e condiviso senso di riconoscenza, per quanto sta accadendo nella vita di ciascuna delle due donne; che, in fondo, è la riconoscenza di tutta l’umanità per quanto sta accadendo a favore di tutti. È la riconoscenza in cui ritrovarci, insieme, in questo cammino prenatalizio: già ci circondano tanti segni di festa e luce; che crescano anche fraternità, pace, reciprocità e riconoscenza per quanto di bello e buono il mondo continua a conoscere.
Preghiamo
Sia benedetto Dio, Signore di Israele,
che ha visitato e redento il suo popolo.
Ha suscitato tra noi un salvatore,
come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti.
dalla liturgia del giorno