Ger 10,11-16; Sal 113B; Zc 9,11-17; Mt 19,23-30
«Il Signore, loro Dio, in quel giorno li salverà, come gregge del suo popolo; come gemme di un diadema brilleranno sulla sua terra. Che ricchezza, che felicità! Il grano darà forza ai giovani e il vino nuovo alle fanciulle». Zc 9,16-17
Come è bello ascoltare il profeta lasciarsi andare a un grido di felicità: vede quanto il Signore sta realizzando, ne gioisce e lo racconta con vivace intensità ai fratelli del suo popolo, ai credenti che lo ascoltano e ne seguono le indicazioni. Zaccaria parla al futuro, dirige lo sguardo, suo e della sua comunità, in avanti, non rimane a piangere sulle tragedie che dilaniano il presente. E si affida alla speranza di chi sta crescendo e ancora non può prendere decisioni ed essere determinante: i giovani. Sono da accompagnare, ancora da nutrire (grano e vino), ma sono la risorsa su cui contare e nella quale il Signore seminerà la bellezza che il profeta intravede, con il suo sguardo lungimirante. Non è un indovino: è un credente, è uomo che sa fidarsi e che coglie i segni del cammino del suo popolo e le vie indicate da Dio; su quelle strade potrà accadere ancora l’insperato. Il suo regno viene, verrà.
Preghiamo
Ecco il nostro Dio!
In lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
È il Signore che abbiamo aspettato;
rallegriamoci ed esultiamo
perché ci darà la salvezza.
dalla liturgia del giorno