Ger 3,6a; 6,8-12; Sal 105; Zc 8,1-9; Mt 15,10-20
«Così dice il Signore degli eserciti: Vecchi e vecchie siederanno ancora nelle piazze di Gerusalemme, ognuno con il bastone in mano per la loro longevità. Le piazze della città formicoleranno di fanciulli e di fanciulle, che giocheranno sulle sue piazze». Zc 8,4-5
Che bella immagine utilizza il profeta Zaccaria, per descrivere il tempo nuovo, in cui il Signore giungerà dentro il suo popolo e prenderà dimora nella sua città santa! Illusione? Utopia irrealizzabile? Le parole di Dio, che il profeta riporta rivolgendole al suo popolo, non nascondono il dubbio e l’incertezza che appartengono anche a noi, come ai contemporanei di Zaccaria; ma il Signore vuole dare garanzie: ciò che a noi appare impossibile, trova altre vie di realizzazione, che lui conosce. E ci incoraggia, perché riprendano forza le nostre mani (cfr. Zc 8,9), e non vincano disillusione e sfiducia. Quanto abbiamo visto e conosciuto non è tutto; e per quanto la nostra storia ci possa apparire fallimentare, altro c’è che Dio sta preparando. Altrimenti, perché mai dovremmo considerare una festa il Natale che si avvicina? C’è altro che possa giustificare tanta attenzione, se non questa speranza luminosa?
Preghiamo
Tu volesti raccogliere, o Signore,
tutti gli uomini nel tuo unico regno:
vieni e raduna quelli che aspettano
di contemplare il tuo volto.
dalla liturgia del giorno