In relazione alle notizie pubblicate ieri su alcuni organi di informazione in merito all’affidamento di servizi professionali inerenti i lavori di realizzazione del Nuovo Museo Diocesano, la committente Opera Diocesana per la Diffusione e per la Preservazione della Fede desidera chiarire quanto segue.
Preliminarmente si ritiene doveroso evidenziare come Opera Diocesana – uno degli enti ecclesiastici che per conto dell’Arcidiocesi di Milano ha l’incarico di gestire alcuni immobili strumentali di pregio – nell’ambito della gestione del Museo Diocesano e, quindi, nell’esercizio dei propri diritti e delle proprie priorità, abbia deciso di intervenire per porre rimedio allo stato di degrado che, fin dai bombardamenti del 1943, compromette una porzione dell’area museale.
Attingendo esclusivamente ai propri fondi e, quindi, con un importante sforzo economico, e previa indizione di una gara privatistica a cui ha partecipato una terna di progettisti di indiscutibile fama e prestigio internazionale, Opera Diocesana ha dunque optato – del tutto legittimamente e in conformità con le proprie finalità dirette a preservare e valorizzare il patrimonio culturale – per il progetto dello Studio Cino Zucchi Architetti.
Successivamente, essendosi aggiudicata un finanziamento pubblico, nell’ambito del Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” per la realizzazione dell’intervento, Opera Diocesana ha avviato le procedure di cui al D.Lgs. 36/2023 ai sensi del quale ha pubblicato il “Disciplinare di gara a procedura aperta in modalità telematica”, dando corso alla gara e garantendo la più ampia partecipazione a tutti i professionisti che soddisfano i requisiti di legge.
Da quanto sopra espresso, emerge in tutta evidenza come la procedura adottata non abbia leso il diritto di alcun professionista, né abbia violato i principi di concorrenza, trasparenza e imparzialità previsti dalla normativa vigente.
Per tali motivi Opera Diocesana rivendica con forza la piena legittimità del proprio operato, sottolineando che ogni fase della procedura è stata gestita nel rispetto delle norme civilistiche e dei principi del Codice degli appalti.