Viviamo in un’epoca caratterizzata da trasformazioni globali – digitali, ambientali e sociali – che stanno profondamente influenzando il modo in cui le imprese si relazionano con la società. In questo contesto complesso, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato, anche nel suo intervento alla 50ª Settimana sociale dei Cattolici a Trieste, lo scorso 3 luglio, l’importanza del dialogo, affermando che «il desiderio di incontrare l’altro e di costruire insieme nelle differenze compongono l’humus di una società democratica e di una comunità solidale».
Partendo da questo presupposto, il convegno «Dialogo sociale, imprese, partecipazione», che si terrà mercoledì 20 novembre nella Cripta Aula Magna dell’Università Cattolica di Milano (vedi qui la locandina), si propone di analizzare il ruolo delle imprese come strumenti al servizio della comunità, capaci di promuovere un confronto costruttivo e inclusivo con tutti gli attori sociali.
Comunità e impresa
Quali priorità di dialogo tra impresa e comunità emergono oggi, e che cosa la comunità può consegnare all’impresa? La reciproca interazione tra questi due attori in un dialogo aperto e autentico è infatti essenziale, non solo in quanto valore etico, ma poiché costituisce una risorsa vitale e urgente per affrontare le sfide del nostro tempo. Le imprese sono infatti chiamate a collocarsi nel tessuto sociale non solo perseguendo il profitto, ma contribuendo attivamente al benessere collettivo, promuovendo pratiche di sviluppo sostenibile e coinvolgendo tutti gli stakeholder in un percorso di crescita condivisa.
Nel contesto attuale, segnato dalla transizione verso la sostenibilità e da una trasformazione digitale senza precedenti, le imprese sono chiamate a ridefinire il proprio ruolo. È fondamentale che abbraccino un modello di gestione integrato, in cui la responsabilità sociale, l’inclusione e l’innovazione siano al centro delle loro strategie, andando oltre una visione di mera efficienza economica; devono anche promuovere un’economia giusta, che rispetti la dignità umana e protegga il nostro pianeta.
Una transizione verso il meglio
In questo scenario, il dialogo sociale emerge come un elemento cruciale. Il confronto tra imprese, lavoratori, istituzioni e società civile è essenziale per costruire soluzioni innovative e sostenibili. Se l’obiettivo finale dell’agire economico deve essere il bene comune della società, le aziende devono essere pronte a collaborare con tutti gli attori sociali, creando un ambiente di fiducia e partecipazione che passa anche dal coinvolgimento delle comunità locali e dall’adattamento delle imprese alle esigenze specifiche dei territori, affinché le transizioni siano non solo realizzabili, ma anche in grado di migliorare concretamente la vita delle persone.
Diventa così opportuno pensare a un nuovo modello di impresa che abbia una visione più ampia, in una prospettiva di ecologia integrale, aprendo un dialogo che vada oltre le esigenze immediate, mirando a una prospettiva a lungo termine, in cui si cerca un equilibrio tra efficienza e giustizia sociale. Solo così le imprese possono contribuire a un futuro sostenibile e inclusivo, diventando agenti di cambiamento e sviluppo positivo per le comunità in cui operano.
Inclusione e sostenibilità
Il convegno «Dialogo sociale, imprese, partecipazione» si propone di approfondire il nuovo ruolo delle imprese, offrendo un’occasione di condivisione sulle sfide e le opportunità che la transizione globale presenta. L’evento metterà al centro il dialogo tra imprese, istituzioni, lavoratori e società civile, sottolineando l’importanza di costruire una crescita inclusiva e sostenibile. Interverranno relatori esperti che offriranno una prospettiva multidisciplinare, affrontando temi giuridici, economici e sociali.
Nella prima parte della mattinata, dopo il saluto dell’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, la professoressa Antonella Occhino, preside della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica, illustrerà come il quadro normativo possa favorire la cooperazione tra imprese e comunità, mentre il professor Giovanni Marseguerra, direttore del Teaching and Learning Lab dell’Università Cattolica, analizzerà gli aspetti economici del dialogo sociale. Nella seconda parte, «Dialogo a più voci: Esperienze e Prospettive di Partecipazione», si condivideranno esperienze con rappresentanti di organizzazioni come Stefano Binda (Cna Lombardia), Alina Candu (Confindustria Lombardia), Ugo Duci (Cisl Lombardia), Valeria Negrini (Confcooperative) e Giovanna Mavellia (Confcommercio Lombardia).
Un fattore chiave
La vera natura dell’impresa è generare comunione. In questa sua “vocazione” al bene comune, non si limita al proprio profitto, ma è al servizio del benessere dell’intera comunità e territorio. Oggi, l’impresa deve usare la ricchezza per la creazione di “valore umano e sociale”. Creando e favorendo lavoro si genera infatti dignità e si favorisce la crescita di comunità. La povertà deve diventare il criterio per misurare il bene comune: una società si giudica dalla cura e dal rispetto riservati a tutti, ai fragili, all’ambiente.
In questo contesto, il dialogo sociale diventa un fattore chiave per affrontare le transizioni in atto, garantendo una crescita che non lasci indietro nessuno e promuova un futuro equo e sostenibile. L’impresa è chiamata oggi a diventare un attore centrale del cambiamento sociale, capace di coniugare l’efficienza economica con la responsabilità sociale. Attraverso il dialogo sociale, la partecipazione attiva e un impegno costante verso il bene comune, le imprese possono contribuire a costruire le condizioni necessarie per una economia equa, solidale e che sa custodire la “casa comune”, una vera economia di “pace”.
Come affermava Amartya Sen, premio Nobel per l’economia, «la vera misura del progresso non è il prodotto interno lordo, ma il miglioramento delle condizioni di vita delle persone». È solo attraverso un impegno autentico nel dialogo sociale e nella responsabilità condivisa che possiamo costruire un futuro che non solo sia sostenibile, ma anche giusto ed equo per tutti.