Una Collana di pubblicazioni importanti, unica nel panorama editoriale attuale e dal forte valore sia spirituale (per i suoi contenuti), sia esegetico poiché si basa su manoscritti originali. Quelli di un santo la cui avventura umana e cristiana continua a parlare all’inquietudine del tempo presente: Charles de Foucauld. A sottolinearne la rilevanza, in occasione dell’uscita di un ulteriore volume dell’Opera Omnia del grande mistico francese, pubblicata da Centro Ambrosiano, è monsignor Claudio Stercal, docente di Teologia spirituale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, co-curatore dell’iniziativa: «Si tratta del corposo saggio di 288 pagine che raccoglie le Meditazioni di de Foucauld sul Vangelo di Luca. Già il titolo, Cerco i miei amici tra i piccoli, dice per intero quella che fu la sua caratteristica».
Che cosa ha da dire questo Santo – ucciso più di un secolo fa, nel 1916, nel deserto algerino – al mondo di oggi che ne pare sempre più affascinato?
Credo che de Foucauld continui a interessare per la radicalità e l’essenzialità della sua testimonianza di vita e di fede. Si appoggia molto ai Vangeli, si apre a tutti e, quindi, propone temi universali che tali vengono percepiti anche, e forse soprattutto, nel nostro tempo. È una spiritualità “moderna”, se così si può dire, che colpisce anche per il suo riferimento costante ai poveri, ai piccoli, agli ultimi.
L’interpretazione di Luca non è una lezione sui Vangeli, ma è un “entrare” nel cuore della spiritualità foucauldiana. È questa che volete approfondire e illuminare con l’Opera Omnia?
Sì. Da queste pagine emerge il cuore di de Foucauld e la sua riflessione, anche perché si tratta di brevi riflessioni scritte giorno per giorno, con semplicità, presumibilmente dalla metà di settembre 1897 al febbraio 1899, quindi redatte nel soggiorno a Nazaret. De Foucauld era una persona di grande intensità affettiva, che sperimentava il rapporto con Gesù come vitale e questo definisce un cristianesimo non formale o istituzionale. E, forse, fu appunto questa intensa dimensione personale che non permise di comprenderlo appieno nel passato, mentre oggi è molto più vicino alla nostra sensibilità. Possiamo dire che, nella sua visione e nel suo desiderio di essere un «fratello universale», de Foucauld sia stato in anticipo sui tempi.
Quali volumi sono già stati editi e di quanti dovrebbe comporre l’Opera?
Questo è il secondo, dopo le meditazioni sui Vangeli di Matteo e di Marco. Complessivamente si potrebbe arrivare a 40 saggi, con una prima ventina dedicata, in specifico, a meditazioni e scritti spirituali. Vi è poi un corpus di corrispondenza, che forse non sarà necessario pubblicare per intero.
Come si è potuto accedere a questi manoscritti originali?
Per la Causa di canonizzazione la diocesi francese di Viviers ha organizzato l’Archivio degli scritti di de Foucauld. Grazie a un accordo con quella diocesi e alla collaborazione con alcune Discepole del Vangelo – uno degli istituti religiosi che si ispirano alla spiritualità foucauldiana – che si trovano a Viviers, è stato possibile dare vita a questa iniziativa. Possiamo dire che una serie di circostanze hanno reso possibile questo progetto: una nuova traduzione, non antologica, ma integrale, basata direttamente sulle fonti manoscritte.
Quindi l’editrice della Diocesi di Milano è l’unica, in questo momento, che lavori a una traduzione sugli originali?
Sì, penso proprio che sia così.