Ger 1,11-19; Sal 101; Am 1,1-2; 3,1-2; Mt 7,21-29
«Ascoltate questa parola, che il Signore ha detto riguardo a voi, figli d’Israele, e riguardo a tutta la stirpe che ho fatto salire dall’Egitto: “Soltanto voi ho conosciuto tra tutte le stirpi della terra; perciò io vi farò scontare tutte le vostre colpe”». Am 3,1-2
Conoscere il Signore non garantisce privilegi: semmai consegna responsabilità. Lo capisce bene il profeta Amos, chiamato a farsi voce di Dio dentro il suo quotidiano impegno come allevatore di pecore. Capisce che l’elezione di Israele è invito – meraviglioso e costoso – a collaborare al progetto di salvezza di Dio; lo sa, mentre dolorosamente vede il suo popolo disinteressato, distratto, infedele. Così come per noi oggi è una responsabilità provare a prepararci alla festa di Natale guidati dalla consapevolezza delle attese di Dio, dei nostri progetti fallimentari, della misericordia con cui il Signore guarda alla storia degli uomini e ai ritardi della comunità dei credenti che osano chiamarsi suoi «fedeli». È ancora tempo, questo, per rinnovare la nostra intenzione di metterci responsabilmente a servizio di questo disegno, con cui Dio vuole salvare la storia: se ne abbiamo potuto riconoscere almeno un poco i tratti promettenti, è anche nostra responsabilità.
Preghiamo
Signore, non adirarti fino all’estremo,
non ricordarti sempre dell’iniquità.
Ecco, guarda: tutti siamo tuo popolo.
dalla liturgia del giorno