Nel crescendo di tensioni nella polveriera mediorientale, tra le bombe e i missili che continuano a piombare nella «martoriata» Ucraina, in mezzo ai tanti piccoli e grandi conflitti che lacerano e affamano i popoli dell’Africa, mentre insomma «i venti della guerra e i fuochi della violenza continuano a sconvolgere interi popoli e Nazioni», il Papa chiama alle «armi» del digiuno e della preghiera – quelle che la Chiesa indica come potenti – milioni di credenti nel mondo per implorare da Dio il dono pace in un mondo sull’orlo dell’abisso. Lo fa, il Pontefice, al termine della Messa solenne in Piazza San Pietro per l’apertura della seconda sessione dell’Assemblea generale, annunciando una Giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo il 7 ottobre, primo anniversario dell’attacco terroristico perpetrato da Hamas in Israele che ha fatto esplodere le brutalità a cui da un anno si assiste in Terra Santa.
Il Papa ha annunciato anche una visita nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 6 ottobre per elevare alla Madonna una supplica di pace. Un appuntamento spirituale per il quale ha chiesto la partecipazione di tutti i membri del Sinodo riuniti a Roma.
L’adesione della Cei
La Presidenza della Cei, raccogliendo l’appello del Papa, invita le comunità a unirsi alla preghiera del Rosario di domenica 6 ottobre e a vivere la giornata di preghiera e di digiuno del 7 ottobre.
«Ogni giorno aumentano i pezzi di questa guerra mondiale che si abbatte su diversi popoli e numerosi luoghi, spesso dimenticati. Non dobbiamo stancarci di chiedere che tacciano le armi, di pregare perché l’odio faccia spazio all’amore, la discordia all’unione. È tempo di fermare la follia della guerra: ognuno è chiamato a fare la propria parte, ognuno sia artigiano di pace», afferma il cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei.
Per favorire l’animazione della Giornata, sono disponibili il libretto del Rosario per la pace insieme ad alcune Intenzioni di preghiera predisposte dall’Ufficio Liturgico Nazionale.