A Segrate (Milano) al via i lavori di una nuova struttura dedicata ai migranti della salute, le persone costrette a sottoporsi a cure mediche lontano dalla propria regione. L’iniziativa è stata fortemente voluta da CasAmica ODV, organizzazione di volontariato che dal 1986 accoglie presso le sue strutture i malati insieme alle loro famiglie. Si tratta della settima struttura dell’organizzazione che ogni anno offre in Lombardia oltre 32 mila notti d’accoglienza.
La nuova casa, «Progetto 3000», avrà un’ampiezza di oltre 3 mila mq, sarà composta da 4 piani e potrà ospitare fino a 80 persone al giorno in 21 stanze e miniappartamenti, alcuni dei quali riservati a pazienti particolarmente fragili che necessitano di una degenza separata. Ogni piano prevede spazi dedicati per gli accompagnatori con aree comuni composte da sala e cucina. Un’ampia area sarà dedicata ai bambini e alle loro esigenze con aree gioco e spazi per stimolarne la creatività. L’inaugurazione della casa è prevista nel 2026.
Il sondaggio
In occasione dell’avvio dei lavori della nuova struttura, è stato presentato il sondaggio «Studio sui migranti sanitari», realizzato da Emg Different per CasAmica, da cui emerge che il 41% degli italiani del Sud e delle Isole si dichiara complessivamente poco soddisfatto del sistema sanitario regionale e che ben il 44% ritiene che negli anni il Servizio sanitario regionale sia peggiorato. In particolare, gli aspetti considerati più critici sono le liste d’attesa per esami diagnostici e visite ospedaliere nel servizio pubblico (82%), i servizi ospedalieri in generale (65%) e i servizi ambulatori e specialistici (62%). L’analisi è stata realizzata su un campione rappresentativo di cittadini residenti in Calabria, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna, tra i 35 e i 65 anni di età, al fine di studiare la migrazione sanitaria e le motivazioni che spingono i malati a cercare cure fuori dalla propria regione.
In Italia il fenomeno è in costante crescita: basti pensare che solo nel 2023 l’organizzazione ha registrato un aumento di ben il 25% delle richieste di supporto, offrendo complessivamente 43 mila notti di accoglienza alle persone malate e ai loro familiari. Per rispondere a questo aumento del bisogno, CasAmica sta realizzando la nuova struttura nei pressi di importanti poli di eccellenza sanitaria quali l’Istituto Nazionale dei Tumori, l’Istituto Neurologico Carlo Besta e l’Ircss Ospedale San Raffaele, che rappresenterà un’importante risorsa per il 25% dei migranti della salute.
I dati
Dallo Studio emerge che 14,3 milioni di cittadini, pari all’81% del campione esaminato, negli ultimi 3 anni hanno avuto bisogno di cure mediche per sé o per i propri familiari. Tra questi, ben 1 milione di cittadini provenienti dalle regioni del Sud Italia e delle Isole ha scelto di curarsi in una regione diversa dalla propria per motivi legati all’opportunità di ottenere una migliore offerta sanitaria (51%) e medici più preparati (39%) o addirittura alla concreta impossibilità di ricevere cure adeguate alla propria patologia nella regione di provenienza (32%). Dallo Studio emerge che gli italiani residenti nel Sud e nelle Isole si spostano principalmente verso Lazio (37%) e Lombardia (32%).
Tutto questo si traduce in un impatto economico notevole sulla vita dei malati e delle loro famiglie. Secondo il sondaggio, infatti, il 60% degli intervistati denuncia costi alti per gli spostamenti e gli alloggi e il 58% dichiara che avrebbe avuto bisogno di prezzi calmierati. Oltre all’aspetto puramente economico, i migranti della salute hanno espresso anche altre esigenze come la necessità di un supporto psicologico per sé o per la propria famiglia (49%) e mezzi di trasporto per raggiungere l’ospedale (43%), servizi che CasAmica si impegna a potenziare anche attraverso la realizzazione della nuova struttura. Chi si è rivolto a un centro di cura fuori dalla propria regione vi si è recato in media almeno 3 volte (38%) e accompagnato da un familiare (75%), con una permanenza media del soggiorno di 8 giorni.
Tra i cittadini che hanno scelto negli ultimi tre anni di curarsi invece nella propria regione di provenienza, emerge che la decisione è stata legata a costi alti degli spostamenti (26%), lunghi tempi di spostamento (19%), costi elevati degli alloggi (15%) e impossibilità a lasciare famiglia (14%) e lavoro (12%), oltre che la conoscenza di un medico specialista (25%), il consiglio del medico di famiglia (22%) e la presenza di un centro specializzato sul territorio (20%).
Disparità di accesso alle cure
«Il fenomeno della migrazione sanitaria dal Meridione d’Italia ha assunto ormai dimensioni rilevanti, con i cittadini del Sud obbligati a spostarsi verso strutture ospedaliere di eccellenza del Centro-Nord o comunque verso nosocomi in grado di somministrare trattamenti idonei alle svariate patologie di cui soffre la popolazione – ha dichiarato Fabrizio Masia, Ad di Emg Different -. Costi alti per spostamenti e alloggi, nonché un senso di solitudine e abbandono, colpiscono i meridionali in modo assai serio: si è rafforzata quindi la necessità di intervenire per migliorare la qualità dei servizi al sud e, contemporaneamente, di supportare i migranti sanitari con alloggi a prezzo calmierato e sostegni a livello psicologico».
«Dalla fotografia scattata dallo Studio emerge in modo chiaro come nel nostro Paese esista una disparità di accesso alle cure tra chi abita al Nord e chi risiede al Sud e nelle Isole – ha aggiunto Stefano Gastaldi, direttore generale di CasAmica -. Una ingiustizia che tocchiamo con mano ogni giorno con gli ospiti delle nostre case, spesso costretti ad affrontare più volte l’anno viaggi di centinaia di chilometri e lunghe permanenze lontano da casa, con pesanti conseguenze emotive ed economiche. Noi di CasAmica, da quarant’anni, ci impegniamo ad aiutarli non solo offrendo loro una “casa”, ma anche servizi e sostegno psicologico, grazie al lavoro quotidiano degli operatori e di oltre cento volontari. È proprio per poter fare di più che nasce la nuova struttura di CasAmica: la settima in Italia e la quinta in Lombardia, la più grande, progettata per dare risposte concrete alle esigenze dei beneficiari e delle loro famiglie. Un progetto che ha bisogno del supporto di tutti».