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Giovedì della settimana della I Domenica dopo la Dedicazione

31 Ottobre 2024

Ap 14,1-5; Sal 67; Mt 19,27-29

Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa, dunque, ne avremo?». «[…] Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi». (Mt 19,27.29-30)

La domanda o, meglio, il dubbio finale: che cosa avremo in cambio? Come se l’essere invitati al banchetto finale non sia sufficiente; come se volessimo – oh! Come lo vogliamo! – delle certezze fin da ora, subito. Un premio, insomma. E Gesù, ancora una volta, ci viene incontro, paziente e comprensivo. Certo, il premio ci sarà e c’è già, qui e ora: «cento volte tanto» in relazioni umane vere e profonde, l’orizzonte della nostra esistenza che si allarga a dismisura, oltre ogni nostra aspettativa e possibilità, diventando, giorno dopo giorno, ricchissima e contagiosa. E tutto questo per sempre, per l’eternità, senza fine. Chi accetta la stupenda sfida delle relazioni, del restare umano sempre e comunque, ha già più di un piede nella sala del convito e gusta già la prelibatezza dei suoi cibi e delle sue bevande.

Preghiamo

Signore, quando mi sono convinto di essere povero
e mi accorgo, in un momento di onestà,
di essere ricco di orgoglio e di invidia,
liberami da me stesso.
E, Signore, quando il regno dei cieli
si confonde falsamente
con i regni di questo mondo,
fa’ che io trovi felicità e conforto solo in te.

(Madre Teresa di Calcutta)