Ap 13,11-18; Sal 73; Mt 19,9-12
«Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio.» Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso». (Mt 19,9-11)
Se il biglietto d’invito al banchetto è solo l’amore di Dio per noi e il nostro per lui e tra noi, può questo amore durare in eterno? Che cosa succede se fallisco proprio nell’amore? Come l’amore di Gesù per tutti e tutte noi è eterno e inattaccabile, così è l’invito al banchetto, sempre per tutti e tutte, indipendentemente da ciò che faccio, ho fatto e farò. Fallimento, specialmente nell’amore, è una parola che non esiste nel vocabolario di Dio. L’invito è esteso a ognuno ed è ripetuto costantemente nel tempo della nostra vita e della storia. Conoscendoci bene, Gesù sa che non basta un invito. Anche agli stessi apostoli ha dovuto ripeterlo più volte, vincendo la loro incredulità, la loro fragilità e il loro peccato. È come se ci dicesse: trovate la forza per rimanere fedeli nell’amore e il coraggio della riconciliazione e del perdono quando le cose non vanno bene. Ognuno è invitato con tutta la sua storia personale e come parte di una comunità ecclesiale, che è sempre più grande del singolo.
Preghiamo
Signore, quando credo
che il mio cuore sia straripante d’amore
e mi accorgo, in un momento di onestà,
di amare me stesso nella persona amata,
liberami da me stesso.
(Madre Teresa di Calcutta)