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Martedì della settimana della I Domenica dopo la Dedicazione

29 Ottobre 2024

Ap 12,13 − 13,10; Sal 143; Mc 10,17-22

Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. (Mc 10,20-22)

Ancora la stessa tentazione di sempre, pensare di dover fare qualcosa per entrare al banchetto; pensare che sia sufficiente fare qualcosa per sedersi alla tavola del Signore. E questo “fare” diventa inevitabilmente un “osservare” la legge, rispettare le regole, farsi irreprensibili di fronte al Signore. La trappola finale è che chi – ai nostri occhi – non lo è automaticamente non entra, non è invitato. Invece il cuore di tutto è l’amore: innanzitutto quello racchiuso nello sguardo di Gesù su di noi e su tutti e tutte, e poi quello che riusciamo a metterci nel seguirlo. È questione di sequela, non di osservanza. L’unica condizione: «Seguimi!». E per riuscire a farlo dobbiamo lasciarci indietro tutto ciò che ci rende ricchi: l’eccesso di cose, sì, ma soprattutto il giudizio, l’occhio invidioso e giudicante, il cuore superbo.

Preghiamo

Si cerca per la Chiesa un uomo
che non confonda la preghiera
con le parole dette d’abitudine,
la spiritualità col sentimentalismo,
la chiamata con l’interesse,
il servizio con la sistemazione.

(don Primo Mazzolari)