Ancora pochi giorni e la stagione cinematografica riprenderà ritrovando la sua piena forza. Dopo una pausa estiva caratterizzata soprattutto da film di intrattenimento (che ha visto anche il successo globale di Inside Out 2, diventato il film d’animazione di maggiore incasso di sempre) sta per tornare anche il grande cinema d’autore.
Consigliamo questa settimana quindi di preparare le agende e di segnarsi un film da vedere nei primi giorni di uscita. Si intitola Vermiglio, è parlato in dialetto trentino, ha solo tre attori professionisti, è diretto da Maura Delpero, una regista poco conosciuta ma tra le migliori in Italia. Il film ricorda molto il cinema di Ermanno Olmi e ha vinto il Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia.
In uscita il 19 ottobre, Vermiglio segue la storia di un maestro, dei suoi figli e soprattutto delle sue tre figlie. La trama è semplice ma significativa, simile a un racconto di vita narrato dai nostri anziani. Senza buoni o cattivi, ma con tante sfumature, sa essere dolce e crudele al tempo stesso. Il film tratta il tema dell’emancipazione, non solo femminile, ma umana.
Il contesto
Nel 1944, il piccolo paese di Vermiglio sente gli echi della guerra. Ci sono soldati arrivati dal fronte che cercano di ritrovare una normalità. Si prova a scrivere lettere d’amore: prima con un cuore, poi con qualche parola imparata da adulti a scuola.
Tommaso Ragno, in una delle sue interpretazioni più mature, incarna un maestro severo ma con una visione chiara. Fa sacrifici per acquistare dei vinili di musica che, dice, non sono pane per lo stomaco, ma sono pane per l’anima. Insegna alle figlie e al paese tutto a non guardare solo all’utile. Il senso dello studio è lo sviluppo di una curiosità che porta al miglioramento di sé stessi e all’apertura al mondo, oltre i semplici bisogni pratici come mangiare, bere e avere un paio di stracci da indossare.
Quando si trova a chiedersi quale delle tre figlie potrà continuare il percorso scolastico, date le ristrettezze economiche, il dramma del film esplode in tutta la sua autenticità. È un cinema vero, quello di Maura Delpero, che dipinge tre splendidi personaggi femminili e incornicia il tutto in splendidi paesaggi e volti scelti con cura. Il film rappresenta il desiderio di sviluppo e progresso che l’Italia del dopoguerra ha cercato in ogni modo di realizzare.
Questo sogno di sviluppo umano e di progresso, filmato alle sue origini, mostra chiaramente come oggi rischiamo di tradirlo.