1. La parola di un nuovo umanesimo.
La parola che tra qualche istante risuonerà annuncia che si apre la via per un nuovo umanesimo. Per tanti aspetti si ha l’impressione di vivere in una società stanca, vecchia, in declino. Per tanti aspetti si ha l’impressione di vivere in un contesto di individualismo autoreferenziale, come se ciascuno si ritenesse principio e criterio della vita, della verità, del bene e del male. Per tanti aspetti si ha l’impressione di vivere in un contesto smarrito e disperato, soffocato dalla violenza domestica, dalla violenza di strada, dalla violenza nei rapporti tra le nazioni.
In questo contesto deprimente saranno ora pronunciate le parole che indicano la via per un nuovo umanesimo. Le donne che si consacrano nell’Ordo virginum, infatti, faranno la loro dichiarazione di una scelta di vita che è ammirevole e rivoluzionaria in questo nostro tempo.
Diranno infatti: mi hai chiamata: eccomi!
2. Pieni di stupore: l’opera del Signore.
Abita nella vita di queste sorelle un principio di stupore e di gratitudine: si fanno avanti per la consacrazione perché il Signore le ha chiamate. Riconoscono presente nella loro vita quanto il profeta ha testimoniato: non un inviato né un angelo, ma egli stesso ci ha salvati…(Is 63,9); non Mosè, non le Scritture, ma proprio Gesù, come insegna la lettera agli Ebrei: Cristo, invece, lo fu come figlio, posto sopra la sua casa. E la sua casa siamo noi, se conserviamo la libertà e la speranza di cui ci vantiamo (Eb 3,6).
Queste nostre sorelle hanno incontrato Gesù e hanno compreso la sua chiamata. Proprio lui opera nella loro vita al punto da determinarla. Questo è il principio dell’umanesimo cristiano: l’incontro con Gesù Cristo, risorto, vivo, che dà forma alla vita.
Queste sorelle sono testimoni di questo incontro. Questo è veramente motivo di stupore e insieme messaggio rivoluzionario: la vita, le scelte della vita hanno principio nel rapporto con Gesù. E l’incontro è iniziativa e opera di Gesù: mi hai chiamato… Questa esperienza è un elemento di sorprendente novità in un contesto in cui il criterio per decidere non è la chiamata, non è la relazione, ma la solitudine in cui il singolo diventa criterio. In questa solitudine che si chiude su di sé e rivendica la sua autosufficienza è seminato un principio di morte, come Gesù rimprovera: ma voi non volete venire a me per avere vita (Gv 5,40).
3. Eccomi: il compimento della libertà.
Insieme con lo stupore per l’opera di Gesù, una festa per celebrare il compimento della libertà. Queste nostre sorelle accolgono la chiamata di Gesù e rispondono: eccomi, Signore!
La libertà si compie nella risposta alla chiamata: posso dire: “Sì, eccomi, Signore!”
In questa libertà, che si decide nel consegnarsi per sempre alla vita consacrata, si contesta quella forma diffusa di pensare che interpreta la vita come frutto di un fatalismo, di una combinazione di fattori indecifrabili e incontrollabili. Le sorelle che si consacrano professano invece il secondo principio irrinunciabile dell’umanesimo cristiano: la libertà.
Io non sono il risultato di un destino, ma una persona libera che può dire: sì, eccomi, Signore!
Io non sono il frutto di un ambiente, di una società, di condizionamenti, sono invece io nella mia irripetibile singolarità e proprio io sono chiamata e proprio da Gesù: sì, eccomi, Signore!
Gli anni passati non sono stati un girovagare smarrito nell’accumulare esperienze, ma anni di grazia per sperimentare l’attrattiva e la pazienza di Gesù. Finalmente adesso posso dire: sì, eccomi, Signore!
4. La consacrazione nell’ordo virginum.
La libertà per le vergini consacrate è la risposta all’amore del Signore Gesù che le chiama. Non è in primo luogo una chiamata a fare qualche cosa, non è per assumere un incarico particolare nella vita delle comunità cristiane, non è per un ruolo, non è per un lavoro. È una consacrazione che diventa missione a santificare la vita ordinaria, tutti gli aspetti, tutte le situazioni.
La mia vita, in qualsiasi posto, in qualsiasi età, in qualsiasi condizione fisica, in qualsiasi modo di abitare, trova il suo senso nell’amore: eccomi.
La mia professione non è solo un mestiere: è il contesto per stare con il Signore e vivere nell’amore. Eccomi!
Le mie relazioni sono solo coincidente, sono occasioni per servire nel nome del Signore e vivere l’amore: eccomi!
In conclusione noi celebriamo la festa della consacrazione di queste nostre sorelle come una festa che ci raduna per la stima e l’affetto che nutriamo per loro; insieme però riconosciamo in questa celebrazione della consacrazione nell’Ordo Virginum un messaggio, un dono per tutta la Chiesa e una parola rivolta a tutta la società.
Accogliamo i segni dell’umanesimo cristiano in due suoi principi o grazie essenziali:
- L’opera di Gesù che chiama alla vita e alla sequela
- La libertà della persona che può rispondere e mettersi in cammino per fare di tutta la sua vita una comunione con il vincolo sponsale.