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Sirio 10 - 15 settembre 2024
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Testimonianze

Perché studiare teologia e scienze religiose?

Studenti e studentesse della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e dell’Istituto superiore di Scienze religiose di Milano illustrano le motivazioni che li hanno spinti a intraprendere questo percorso formativo

12 Settembre 2024
Da sinistra, Jacopo Parrotta (ISSRM), Filippo Tosatto (FTIS), Luca Morgante (ISSRM), Pietro Laguardia (ISSRM) e Davide Cozzani (ISSRM)

Arricchimento umano e culturale, cammino spirituale, preparazione a una missione o a una scelta vocazionale, desiderio di conoscersi meglio, ricerca di risposte al senso dell’esistenza, perfino gioia di vivere… Sono molte le ragioni per cui si decide di intraprendere un percorso di studi alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (FTIS) o all’Istituto superiore di scienze religiose di Milano (ISSRM). Qui studenti e studentesse dei due Istituti spiegano le loro.

Ilaria Scarlino

Ilaria Scarlino (FTIS, baccalaureato III anno): «Lo studio della teologia mi dà la possibilità di vivere in pienezza e con serietà la relazione con me stessa, con gli altri e con Dio»

Don Michele Ciapetti (FTIS, licenza): «La teologia è uno strano personaggio che vive contemporaneamente in due luoghi diversi: la chiesa e la scuola. È un discorso, in un certo senso, doppio: da una parte è testimonianza credente della fede, dall’altro è tentativo di tenere in ordine, o in certi casi anche di criticare, il discorso di fede mediante una presa di distanza. Non è quindi un discorso per tutti; a qualcuno può mancare la fede, ad altri può mancare l’interesse accademico. Nella mia vita io sono stato soprattutto due cose: uno studente e un prete.

Don Michele Ciapetti

Quindi ho abitato soprattutto lungo la strada tra scuola e chiesa, e pensare teologicamente la fede mi è sempre stato abbastanza naturale. Se mi chiedete perché studio teologia, devo rispondere che è fondamentalmente una questione di gioia. Fare teologia è un “pensare felice” a Dio e alle sue questioni. C’è un versetto del libro dei Proverbi che dice: “È gloria di Dio nascondere le cose, è gloria dei re investigarle”. Non sembra l’invito a un gioco? Un gioco serio ovviamente, ma comunque un’attività buona per la nostra vita, dove Dio stimola il nostro libero pensiero a mettersi alla ricerca delle risposte difficili e nascoste, ma non impossibili da trovare. Penso che una ricerca del genere possa riempire una vita di un allegro lavoro».

Giovanna Camesasca

Giovanna Camesasca (FTIS, dottorato): «Quello che è interessante è che si tratta di un percorso di ricerca, in cui il dottorando deve dotarsi di una base molto ampia di materiale, cioè tutti gli studi fatti prima di lui nel campo che si accinge ad esplorare. Solo successivamente, “salendo sulle spalle di questi giganti”, potrà poi dire anche qualcosa di personale. È quindi un lavoro molto impegnativo: energie – e non solo intellettuali – e tempo, ma anche un cammino personale, che definirei un vero e proprio cammino spirituale, “di conversione”… e vedremo dopo in che senso. Quel che è da precisare – e qui intercettiamo la mia personale esperienza, cioè perché io l’ho fatto, perché lo faccio – è il possibile ruolo di un laico, di una donna, con famiglia, professione, rete di relazioni sociali e amicizie: una persona, insomma, fuori dal normale schema di un prete, o un religioso mandato dal superiore o dal vescovo a studiare, perché dev’essere impiegato per l’insegnamento. Ebbene ci sono alcuni motivi per cui io insisto a percorrere questa strada, un po’ “gratuita” direi, di fare uno studio di teologia che si prolunga così tanto, fino a una ricerca dottorale. Partiamo dal più immediato e storico, cioè quello nato nel corso del cammino della vita, familiare e professionale. La medicina, il lavoro di medico: non era quello già un bel luogo e un bel carico di lavoro per mettere a frutto la voglia di studiare e di occuparsi “dei problemi dell’uomo”? Certamente. A volte ho fatto fatica a rendere conto di una scelta, davanti a persone che avrebbero preferito che io impegnassi il mio cervello a studiare per guarire di più le malattie, per esempio. Il fatto è che, pur con tutta la dedizione, nello studio della medicina e nel lavoro di medico – anche nel cercare di essere come piace alla gente “un medico umano” – non trovavo, non solo le risposte, ma nemmeno le domande giuste sul senso della nostra esistenza. Vedevo persone morire, anche dopo essere state guarite. Vedevo persone infelici, anche se avevano a disposizione tutto. E ho cominciato a pensare e a credere che la verità non è solo nelle cose misurabili».

Erica Zane

Erica Zane (FTIS, Uditrice): «Questo è un bel luogo, in molti sensi. Lo è anche per chi non ha il tempo necessario per seguire tutto il percorso accademico. È il caso degli uditori, come me. Gli uditori possono essere “ascoltatori”, come dice il nome, o vivere appieno la vita della facoltà, dando gli esami. È un luogo ricco di umanità varia, di tutte le età. Molti coltivano un progetto per il futuro legato a questa scelta di studi. Questo può non essere il caso degli uditori, che però condividono con tutti il desiderio di capire, anche “solo” per il proprio oggi, che cosa sta in fondo alla persona umana che da sempre la inquieta, che cos’è questa “nostalgia” che prova e che la accomuna agli uomini e alle donne di ogni luogo e di ogni tempo. Qualcuno ha detto: finché si è inquieti si può stare tranquilli. Questo è un bel luogo per chi si riconosce inquieto e sente che la vita è disseminata di indizi, ma una soluzione chiara e definitiva per venirne a capo non è a portata di mano».

Elisa Trombin

Elisa Trombin (FTIS, 3° anno ciclo istituzionale): «Ho scelto di studiare Teologia per approfondire la mia fede, arricchire il mio bagaglio culturale e soprattutto crescere sul piano personale. Penso che questo studio inciderà sul mio futuro perché mi darà modo di confrontarmi con gli altri, permettendomi così di conoscere nuovi pensieri, posizioni, idee diverse dalle mie. Ai ragazzi che stanno valutando una scelta di studio consiglio di intraprendere un percorso, non perché è più conveniente di un altro, ma perché sentono che in esso ci si possa maggiormente rispecchiare, così da permettere loro di studiare non solo con la mente, ma anche con il cuore».

Sr Sara Misuri

Sr Sara Misuri (Piccola Fraternità Francescana di Cremona, Centro Studi FTIS): «Sono iscritta al secondo anno del Centro Studi della Facoltà. Ho conseguito la laurea triennale all’Istituto superiore di scienze religiose (a Crema), dove ho sostenuto un esame di teologia spirituale che ha lasciato in me il desiderio di approfondire questa disciplina. Il Centro Studi mi è parso subito un buon compromesso, non potendo accedere alla licenza. È un percorso che dura due anni, al termine del quale viene rilasciato un diploma, a seguito di una tesina. Si seguono corsi di teologia spirituale fondamentale, di storia della teologia spirituale, di tematiche come la preghiera, le età della vita sempre partendo dall’esperienza di numerosi santi e si ha così la possibilità di approfondire e conoscerli meglio. Inoltre, dato che la teologia spirituale abbraccia molti aspetti dell’esistenza, ho sostenuto anche due esami di letteratura. Sono molto contenta di aver seguito questo percorso, l’ho trovato di ottima qualità, con professori di elevata cultura e preparazione, che hanno saputo trasmettere la passione per le discipline che insegnano. Oltre a un accresciuto bagaglio di conoscenze che hanno nutrito e sostenuto il mio cammino di fede, questo corso lascia in me il desiderio di continuare a studiare in questa facoltà, magari come uditrice, per continuare il mio cammino di formazione. Consiglierei questo corso ai laici, agli istituti religiosi e a tutte quelle persone desiderose di studiare e approfondire la propria fede, ma che non riescono a dedicare a ciò un tempo pieno, come richiedono i corsi istituzionali; il Centro studi è un’ottima soluzione per unire gli impegni personali con il desiderio di approfondire le proprie conoscenze attraverso dei corsi di alto livello».

Pietro Laguardia (ISSRM, 1° anno): «Ho scelto di studiare Scienze religiose per sfruttare al meglio quello che la Chiesa mi dona per accrescere il mio rapporto con il Signore e per prepararmi a una missione di evangelizzazione per i giovani che ha bisogno di ragazzi che testimoniano con gioia l’amore del Signore. Studiare in questo Istituto mi sta dando la Grazia di comprendere e di entrare più in relazione con il Signore anche attraverso la mia intelligenza e la mia ragione. Questo anno di studi mi ha dato la possibilità di consolidare la mia fede e di camminare in una formazione più ampia di evangelizzazione per i giovani che sto vivendo: le mie scelte future saranno prese in relazione alla decisione che prenderò alla fine di questo anno. Per chi sta prendendo una scelta di studi consiglio di scegliere in relazione ai suoi talenti e ai suoi sogni affinché non possa bruciarli ma piantarli e accudirli per essere dono per gli altri.

Davide Cozzani (ISSRM, 1° anno): «Ho 20 anni, ho scelto di studiare Scienze religiose perché, alla luce di quanto la vita cristiana è stata decisiva per me, voglio prendere sul serio la fede e dare obiettività a ciò in cui credo. Lo studio mi permette di approfondire il mio rapporto con il Signore, perché mi fa nascere domande e stimola la mia ricerca, così la mia relazione con Cristo diventa sempre più profonda. E inoltre mi rendo conto che mi abilita a rendere ragione di ciò in cui credo di fronte a chi mi fa domande o vuole saperne di più. Sono sicuro che le consapevolezze che otterrò grazie allo studio mi renderanno sempre più capace di rendere ragione di ciò in cui credo, stimolando la mia ricerca, mi permetteranno di maturare nella mia vita spirituale. A chi deve fare una scelta universitaria consiglio di dare priorità a ciò che piace e a ciò in cui si è bravi, piuttosto che ai possibili sbocchi futuri, perché si rischia di entrare e arenarsi in un cammino che non rispetta le particolarità personali e avvia ad un futuro che probabilmente sarà sopportato con fatica».

Jacopo Parrotta (ISSRM, 1° anno): «Ho scelto di studiare Scienze religiose perché sto vivendo un anno di discernimento vocazionale, vivendo una vita comune con altri 5 ragazzi basata sulla missione (e quindi evangelizzazione) e sulla formazione: insieme alla nostra guida abbiamo pensato che il corso di Scienze religiose fosse perfetto per approfondire e studiare la figura di Gesù e la fede che professiamo. Grazie allo studio in questo Istituto mi accorgo che sto conoscendo tanti tratti della fede che prima non conoscevo: ho sempre avuto una fede molto sentimentale, basata per lo più sulle emozioni. Studiando, invece, riesco a comprendere meglio e mettere in gioco anche la ragione. Sicuramente quest’anno di studi mi ha dato le basi per consolidare la mia fede: a livello lavorativo invece non riesco a fare previsioni: la mia permanenza nell’Istituto è legata (anche) alla scelta vocazionale che prenderò l’anno prossimo. Per chi sta facendo una scelta di studio, consiglio caldamente questo Istituto se la persona in questione comprende di essere chiamata a lavorare nell’insegnamento di religione. Essendo al primo anno non riesco a immaginare molto riguardo al mio futuro lavorativo, però trovo molto interessante la possibilità che questa università offre di alternare studio e lavoro».

Riccardo Mazzetti

Riccardo Mazzetti (2° anno, ISSRM): «Nel mio impegno a essere testimone di Gesù ed educatore di giovani, questo percorso mi ha permesso di espandere enormemente il mio sguardo, la mia comprensione di tanti aspetti della vita e della fede cristiana, di ampliare e perfezionare le idee e le parole che uso nel cercare di servire il Signore. Mi aiuta tantissimo a discernere nel mio cammino e in quello delle persone che incontro quali sono le istanze da tenere in considerazione. Spesso a lezione mi sembrava che ciò che stavamo ascoltando parlasse proprio della mia vita o di quella di qualche persona cara. Mi viene spesso molto spontaneo girare qualche frase dei miei appunti a mia moglie o a qualche amico dicendo “Incredibile! Parla di noi!”. Il livello dell’elaborazione teorica dell’Issrm mi sembra altissimo, ma la didattica è come se fosse multilivello: c’è un contenuto di base alla portata di (quasi) tutti, ma per chi vuole approfondire nelle spiegazioni e nei materiali proposti ci sono un’acutezza e profondità affascinantissimi. In sintesi, questo percorso di studio è diventato parte essenziale del mio cammino cristiano: saper leggere. Riflettere sulla vita, la Chiesa, Dio a 360 gradi è qualcosa che ha gettato una nuova luce e un’ulteriore energia anche nella preghiera, nel parlarne con altri, nelle piccole e grandi scelte».

Francesca Iuliucci

Francesca Iuliucci (ISSRM, 5° Anno): «La scelta di questo percorso di studio nasce dalla curiosità di conoscere me stessa, dopo un lungo periodo di riflessione in cui mi chiedevo chi fossi, quale fosse il vero senso e significato della mia vita, per chi volessi investire il mio tempo e la mia giovinezza. Questo percorso di studi mi ha fatto crescere non solo a livello professionale, ma anche dal punto di vista umano. Il mio è stato un vero e proprio passaggio da quella che ero a quella che sono oggi, una persona piena di potenzialità che può contribuire per la crescita del bene comune. Qui all’Issrm non ho trovato solo competenze e professionalità in tutti i campi di studio, ma una vera e propria famiglia, e mi sento di dire che questa scelta è la migliore cosa che io potessi fare per la mia persona. Qui si entra pieni di punti interrogativi e si esce nuovi, rinati, capaci di poter guardare se stessi ed il mondo con gli occhi di chi ha tanta voglia di poter fare qualcosa di bello e vero per sé stessi e per le persone che la vita ci affida sul nostro cammino.