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Anniversario

Dieci anni fa in Burundi il martirio di tre missionarie

Il 7 e 8 settembre 2014 l'assassinio delle Saveriane Olga Raschietti, Bernardetta Boggian e Lucia Pulici (originaria di Desio). Molti continuano a recarsi nella loro casa di Kamenge, ora Cappella della pace e della misericordia, per pregare e chiedere perdono

di Simonetta CABONI Missionaria saveriana

5 Settembre 2024
Le tre suore assassinate in Burundi

Il 7 e 8 settembre ricorre il decimo anniversario dalla brutale uccisione di tre missionarie saveriane a Kamenge, popoloso quartiere di Bujumbura, in Burundi: Olga Raschietti, 83 anni, Bernardetta Boggian, 79 anni, e Lucia Pulici, 75 anni (quest’ultima originaria della Diocesi di Milano, essendo nata a Desio). Ci abita la certezza del compimento in Dio della loro vita e continuiamo a desiderare una verità che ancora muove i suoi passi per apparire.

«Non avere paura, ama molto», le parole di Bernardetta, sottili e penetranti come resina di incenso, mi accompagnano e portano il profumo della Casa di Nazaret dove Maria accolse l’Angelo. L’8 settembre ricordiamo la Natività di Maria e la liturgia sembra invitarci a riconoscere la loro morte nella trama della Storia di Salvezza. Una storia di nudità rivestita da Maria che tesse l’umanità a Gesù, come scrive Efrem il Siro.

La genealogia di Gesù è una sintesi della Storia di Salvezza che, scrive il cardinal Martini, è segnata da due tratti fondamentali: il «Sì» degli uomini a Dio e il «Sì» di Dio all’umanità, il suo voler essere «Dio con noi» con fedeltà incrollabile. Il «Sì» di Maria è il centro della storia umana, pegno che la storia va verso Dio e proposito di noi di rispondere a Dio come e con Maria (C.M.Martini, Un «Sì» di fiducia, di coraggio, di speranza, di pace, omelia, Basilica dell’Annunciazione Nazaret, 18 febbraio 1992).

I «Sì» di Olga, Lucia e Bernardetta, sostenuti da Maria, sono «Sì» di fiducia e speranza di pace. Nel 1999, Olga scrive: «Per capire la lavanda dei piedi di Gesù, ci vuole umiltà. Accettare con gioia e pace la volontà di Dio. Voglio abbandonarmi, o Gesù, alla tua volontà, anche se mi costa sangue. Dammi la tua forza, pace e gioia nel compierla. Ti offro la mia volontà, diventi un sacrificio gradito, anche se mi costa sangue. Maria, offrimi a Gesù». Nel 1992, Lucia annota: «Non hai voluto sacrificio né offerta allora ho detto: “Ecco io vengo per fare la tua volontà”. Si rimane stupefatti nel vedere quanto Dio ha amato gli uomini. Un amore impossibile da comprendere. Con fede, Gesù, mi apro a te per accoglierlo. Non ho pretese di capirlo, ma con fede accolgo in me questo mistero e ti adoro».

Nel 1994, Bernardetta scrive: «Il Signore mi ha manifestato la sua volontà in molti modi. Il primo è quando il suo Spirito parla al nostro cuore e dialoghiamo col Signore. A volte Dio si manifesta in avvenimenti esterni: malattie, calamità, situazioni familiari di sofferenza, persecuzioni e ci è chiesto di vivere la fede nel perdono e nella misericordia. Son diverse le situazioni in cui mi è stata chiesta fede e disponibilità. Le ho vissute con molta sofferenza, paura, scoraggiamento, ma anche con la fiducia e certezza che il Signore non mi lasciava sola».

Alexander Schmemann scrive che «Maria è al cuore della vita della Chiesa come la più pura espressione dell’amore e della risposta dell’uomo a Dio. Donandosi l’amore dona vita, diviene fonte di vita. Il fine e il compimento di ogni vita e amore è accettare Cristo, dargli vita in noi». Nella vita di Olga, Lucia e Bernardetta, accogliere Cristo ha manifestato la pienezza del dono. Molti continuano a recarsi nella casa di Kamenge, ora Cappella della pace e della misericordia, per pregare e chiedere perdono; e il 7-8 di ogni mese vi si trovano per aiutare i più bisognosi.

Il 20 settembre le tre missionarie saranno ricordate in un evento teatrale in scena a Desio (leggi qui).