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La spiritualità dei segnali stradali

Visita di fine estate ai Milanesi in vacanza, Rapallo, Basilica dei Santi Gervaso e Protaso - 26 agosto 2024

26 Agosto 2024

 

  1. I segnali stradali, un invito alla saggezza.

Gli automobilisti che rientrano dalle ferie affrontano talora viaggi lunghi e un po’ esasperanti, per il traffico, per il comportamento arbitrario di altri automobilisti, per i lavori in corso che complicano la circolazione.
Nel viaggio di rientro gli automobilisti sono piuttosto superficiali nell’osservanza delle indicazioni dei segnali stradali. Dove ci sono limiti di velocità, dove ci sono divieti di sorpasso, dove ci sono divieti di sosta, dove ci sono indicazioni per pericolo di attraversamento di animali, di caduta massi, gli automobilisti passano oltre senza badarci, come se i segnali stradali fossero elementi decorativi della rete stradale.In realtà si deve riconoscere che talora i segnali stradali possono avere qualche tratto di assurdità o di anacronismo. In ogni caso è imprudente snobbare le indicazioni dei segnali stradali non tanto per il pericolo di multe, quanto per il pericolo di causare o subire incidenti.

 

  1. Segnali di percorso per la vita spirituale.

Più importanti potrebbero essere segnali che sono sulla strada della vita e che orientano non il viaggio di rientro dalle ferie, ma la vita ordinaria. Gli automobilisti superficiali trascurano alcuni segnali stradali, ma in genere sono attenti ad altri segnali più utili e importanti. Forse la lettura della parola di Dio può offrire segnali che meritano attenzione sulla strada della vita.
C’è il segnale che indica una pendenza del 10%. Ti aspetta una salita impegnativa. In cima al passo c’è una vista spettacolare, ma adesso devi affrontare la salita. Possiamo gloriarci per la vostra perseveranza e la vostra fede in tutte le persecuzioni e tribolazioni che sopportate. La spiritualità della pendenza impegna a credere in una meta che val la pena di raggiungere e a predisporsi alla fatica.
La spiritualità della resistenza si alimenta non della presunzione dell’autosufficienza, ma piuttosto della fiducia per essere fatti degni del regno di Dio. L’esperienza della fiducia rende sereni e non permette che le difficoltà scoraggino e abbattano. Nella spiritualità della resistenza si devono mettere in conto anche le sconfitte, i momenti in cui c’è bisogno del riposo. Il segnale stradale del parcheggio è l’offerta di uno spazio e di un tempo per sostare. Riposare è un’arte che richiede saggezza. Non è solo un diritto, non è solo una abitudine, non è solo una parentesi. L’arte di riposa richiede una disciplina del pensiero, degli affetti, della preghiera. Come il parcheggio ha le sue regole, così il riposo ha una sua disciplina.
Uno dei cartelli stradali più rispettati nella pratica automobilistica e forse più ignorati nella vita è il cartello che indica la strada senza uscita. Anche se il navigatore si confonde e orienta nella direzione di una strada senza uscita, l’automobilista che vede il cartello si arresta e cerca una alternativa. Nelle scelte della vita invece si intraprende talora una strada senza uscita e la vita di arresta in una ostinazione. Gesù rimprovera l’ipocrisia di coloro che si propongono come maestri della pratica religiosa e in realtà costituiscono un ostacolo per gli altri. C’è un modo di esercitare la responsabilità che chiude le strade e impedisce di giungere a qualche meta. Un modo di essere genitori, di vivere la responsabilità sul lavoro, nella comunità che diventa motivo di umiliazione degli altri, che promette ciò che non può mantenere, che presenta un’immagine contraddetta dalla realtà. Non entrate in strade senza uscita, in relazioni ambigue, in imprese sproporzionate.
Il cartello che impone un limite minimo di velocità è un po’ ridicolo. Talora si trova su strade in cui il traffico è incolonnato e fermo e non può essere rispettato. Quando la strada è normale tutti vanno oltre il minimo e spesso oltre il massimo. Ma la spiritualità del cartello di velocità minima è invece un richiamo importante per non accomodarsi nella mediocrità, per non lasciarsi vincere dalla pigrizia, per evitare lo sperpero del tempo e delle risorse.