Is 29, 13-21; Sal 84 (85); Eb 12, 18-25; Gv 3, 25-36
Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele. Perché il tiranno non sarà più, sparirà l’arrogante, saranno eliminati quanti tramano iniquità, quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per un nulla. (Is 29,18-21)
La profezia di Isaia è chiara: la benevolenza del Signore è concreta, essa si realizzerà rovesciando la logica del potere, valorizzando chi è giusto e umile. Quella profezia, che già chiede di assumere un nuovo sguardo sulla realtà, si realizza in modo impensato con Gesù, che per primo rinuncia a qualsiasi privilegio, anche a quelli della natura divina.
Oggi è giorno di festa perché è data a tutti l’occasione di ascoltare le parole del libro ed essere liberati dall’oscurità. Quella possibilità, offerta a tutti, chiede a ciascuno di lasciarsi coinvolgere al punto da guardare con sguardo nuovo la realtà, accettando che l’incontro con il Signore elimini arroganze, ingiustizie e tirannie.
Preghiamo
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.
dal Salmo 84 (85)