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Sirio 22 - 31 luglio 2024
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Tendenze

Crisi dei matrimoni? Dietro ci sono cambiamenti sociali ed economici

In forte declino tutti i riti, religiosi e civili. Il sociologo Francesco Belletti evidenzia le difficoltà dei giovani a stabilizzarsi e un crescente cambiamento culturale tra le nuove generazioni

24 Luglio 2024
Foto Siciliani-Gennari/SIR

La crisi dei sì sull’altare non è un fenomeno nuovo per Milano. Osservando i dati che il Comune mette a disposizione sul proprio sito, il declino vede le sue origini fin dal 1970. Solo per quanto riguarda il matrimonio di rito religioso, prima di questo periodo il numero risultava relativamente stabile, con un picco evidente negli anni Sessanta. Dopo la metà degli anni Settanta, anche a causa della fine della spinta delle nascite nel dopoguerra, la curva mostra una diminuzione costante, che tuttavia diventa particolarmente marcata dagli anni Novanta in poi.

Spiegare questo cambiamento culturale con il sopravvento del matrimonio civile non è corretto. Questa forma di unione fa infatti la sua comparsa a Milano prevalentemente agli inizi degli anni Settanta, ma raggiunge il suo picco assoluto già nel 1973, con 3.419 matrimoni. Nei primi sei mesi del 2024 sono invece 1.093.

Francesco Belletti, sociologo e direttore del Centro internazionale studi famiglia, spiega come il declino dei matrimoni rifletta un più ampio cambiamento sociale e culturale già studiato anche all’estero, dove trent’anni fa è stato definito in Francia come démariage. Secondo Belletti la famiglia è vista sempre più come una questione privata, mentre il matrimonio appare come un rito opzionale e costoso. Non esisterebbe più una grande aspettativa sulla dimensione istituzionale del matrimonio e dell’essere famiglia. Rileva Belletti: «La frase più comune è che “quel pezzo di carta non aggiunge niente alla relazione”, suggerendo che non c’è bisogno di un patto con la società per riconoscersi come una nuova famiglia. Le coppie convivono per anni e, quando si sposano, questo non comporta cambiamenti radicali».

Francesco Belletti

Inoltre, a logorare i progetti delle coppie sarebbe l’aspetto economico. Spesso il rito si traduce in una “cerimonia della vita” con costi esorbitanti. Un’altra variabile riguarda la fiscalità e l’accesso ai servizi. «Essere sposati può risultare penalizzante – sottolinea Belletti -. Le coppie si trovano paradossalmente svantaggiate dal punto di vista fiscale rispetto a quelle separate o non coniugate. Questa disparità rende il matrimonio meno conveniente sotto molti aspetti. Se una volta i progetti di famiglia e di coppia avevano in sé la forza per sostenersi, oggi i giovani necessitano di un diverso supporto dalla società».

Questa tendenza risulta più evidente a Milano che sul resto del territorio nazionale per vari motivi, tra cui il costo elevato delle abitazioni e della vita. «La strategia comune tra i giovani è sposarsi a Milano – aggiunge Belletti -, ma vivere fuori di essa, che diventa così poco accogliente per le giovani famiglie, specialmente con bambini. Nonostante Milano stia ringiovanendo, i giovani che vi si trasferiscono sono prevalentemente single, mentre le coppie sposate tendono a stabilirsi altrove, rendendo il tessuto urbano composto più da individui che di persone in stretta relazione».

Un fenomeno che riguarda anche le famiglie straniere. Belletti osserva come tendano a essere più vulnerabili economicamente, e come la solidità della famiglia vari in base alla cultura di provenienza: «Tra i sudamericani, per esempio, la famiglia come istituzione è meno solida rispetto al contesto europeo, con un ruolo maschile meno affidabile e una struttura familiare spesso centrata sulle donne».

Il sociologo evidenzia che la difficoltà nel costruire legami e stare in coppia non sia dovuta a una mancanza di desiderio da parte dei giovani, ma alle complicazioni aggiuntive che incontrano. Secondo Belletti, la società dovrebbe riconoscere l’importanza di questi legami con un sostegno adeguato, essenziale per facilitare la costruzione di relazioni stabili e durature, evitando così di lasciare i giovani a doversi arrangiare da soli.

Per Belletti un’ulteriore sfida per la progettualità pastorale consisterebbe nel trovare modalità innovative per accompagnare i giovani alla vita coniugale, come percorsi di preparazione al matrimonio che includano la costruzione di legami di amicizia e di comunità, per fornire maggiore supporto e testimonianza.