Saranno 76 i giovani “cantieristi” dell’estate 2024. I volontari saranno 58, i coordinatori (inclusi 9 volontari del Servizio civile all’estero) saranno 18: insieme vivranno esperienze di servizio e condivisione, animando 12 campi di lavoro distribuiti tra l’Italia e 7 Paesi di 4 continenti.
I “Cantieri della solidarietà” vengono proposti per il 27° anno consecutivo da Caritas Ambrosiana a giovani dai 18 ai 30 anni (ma per la prima volta alcune esperienze riguarderanno anche over 16 e under 35) che vivono, studiano o lavorano nella diocesi di Milano. Sono occasioni preziose non solo per rendere servizio a persone o comunità segnate da condizioni di fragilità, ma anche per conoscere dall’interno fenomeni sociali, ambiti culturali e contesti ambientali che chiamano in causa i grandi temi della contemporaneità. Insomma, come avverte il minisito internet che Caritas ha dedicato all’iniziativa, i Cantieri «si rivelano anche uno spazio di approfondimento significativo di alcuni aspetti della globalizzazione e un’occasione di riflessione sui temi della giustizia, del perdono e della riconciliazione», con l’esplicita finalità di «creare percorsi di pace».
La formazione
In 26 anni sono stati ben 2.150 i giovani che hanno deciso di accogliere l’invito di Caritas. Molti di loro ne hanno tratto preziosi spunti di consapevolezza e maturazione, riversati successivamente nei rispettivi percorsi di crescita umana e professionale. I 76 “cantieristi” 2024 sono reduci da un iter formativo in quattro tappe sviluppatosi lo scorso mese, e dalla consegna del Mandato missionario, avvenuta in occasione della Veglia svoltasi nel Duomo di Monza il 15 giugno.
I primi a partire, il 20 luglio, saranno i giovani destinati a operare nei campi che in Bosnia ed Erzegovina vedono transitare i profughi e i migranti che seguono la Rotta balcanica; gli ultimi a rientrare, a inizio settembre, saranno i “cantieristi” che lavoreranno con minori, giovani e anziani nel vicariato apostolico di Pucallpa, in Perù, che tra l’altro ospita in queste settimane anche la visita dell’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini.
«I Care» il tema comune
I campi di lavoro in diocesi e in Italia saranno proposti a Casa Suraya di Milano (minori rifugiati e migranti), nella Comunità Pachamama di Olgiate Olona (giustizia ambientale), alla Casa della Carità di Lecco (gravi marginalità urbane), in Liguria da Genova a Ventimiglia (lungo le rotte dei migranti) e nella diocesi pugliese di Trani-Barletta-Bisceglie (servizi per carcerati, ex tossicodipendenti, migranti, anziani). All’estero invece, oltre alle due già descritte, le mete proposte saranno la Moldova (minori, inclusi rifugiati ucraini), il Kenya (minori), le Filippine (studenti e disabili), l’Indonesia (minori orfani) e il Nicaragua (minori, giustizia ambientale)
I campi di lavoro propongono contesti e servizi molto diversi, ma sono accomunati dal tema dell’anno, ovvero I Care, declinato in 7 dimensioni (Pace, L’altro, Io, Comunità, Ambiente, Fragilità, Giustizia), su cui tutti i “cantieristi” saranno chiamati, durante l’esperienza, a riflettere e confrontarsi, non solo grazie a incontri e visite previsti dal programma, ma anche grazie a un sussidio autoprodotto lungo il percorso di formazione.