Dopo undici anni di intensa dedizione, Chiara Vescovi, ausiliaria diocesana, dal 1° settembre lascerà il suo incarico di collaboratrice della Fondazione Oratori Milanesi e del Servizio per l’Oratorio e lo Sport.
Dal 2013 si era messa a servizio non solo di tutti gli oratori della Diocesi, ma anche di quelli della Lombardia (dal 2013 al 2018 è stata segretaria regionale di Odielle, Oratori Diocesi Lombarde), in un lavoro appassionato per la pastorale dei ragazzi in oratorio. Dopo le esperienze vissute in oratorio, lei stessa definisce gli anni in Fom, nella prospettiva diocesana, «un allargamento degli orizzonti». Un osservatorio privilegiato che le ha permesso di stupirsi «di tutto il bene che le realtà dei nostri oratori fanno per i ragazzi, gli adolescenti e, in generale, per le famiglie e le comunità, e che non si è mai fermato, nemmeno durante la pandemia».
Incarichi di responsabilità
Numerosi gli incarichi di responsabilità che, negli anni, sono stati affidati al suo coordinamento, come lo sportello “InOratorio” per l’integrazione e l’inclusione (con la Consulta diocesana Comunità cristiana e Disabilità), la partecipazione al Consiglio direttivo della Fom e alcuni progetti: “Parrocchie e Periferie” della città di Milano e della città metropolitana (condiviso con Caritas Ambrosiana, per accompagnare le tante parrocchie che vivono situazioni difficili, in quartieri molto sfidanti, ed essere oggi Chiesa in uscita); il percorso con gli educatori professionali, un tavolo di confronto e pensiero per trovare modalità nuove per supportare azioni educative che possano far rete con gli altri enti e gli altri soggetti del territorio. «Questo servizio mi ha permesso di condividere un pezzo di strada con tante persone – sottolinea Chiara -: i sacerdoti e i colleghi che mi hanno trasmesso la passione per le cose fatte bene e, in modo significativo, i collaboratori» (giovani di diversi oratori della diocesi che, per le attività della Fom, si mettono a servizio di tutti gli oratori).
Un punto di riferimento
Proprio pensando ai tanti cammini di vita e di fede che ha visto maturare in questi giovani che ha incontrato, ascoltato e accompagnato negli anni, di loro Chiara evidenzia «la creatività e la voglia di mettersi in gioco», come esempio anche per la sua vocazione. La passione educativa ha caratterizzato la sua presenza, discreta e attenta, in tutti gli eventi e le iniziative proposte, rendendola un punto di riferimento riconoscibile per i responsabili degli oratori: sacerdoti, consacrate, educatori. Coltivando con loro un rapporto di fiducia, ha sperimentato insieme dei progetti, specialmente quelli legati alla formazione per il bene dei ragazzi e degli adolescenti, a cui Chiara ha sempre rivolto uno sguardo particolare: tra le esperienze sottolinea Capizzone e La Montanina, con i corsi per gli animatori, grazie ai quali ha potuto incontrarne numerosi, riconoscendo in loro un’unicità, una bellezza, una voglia di vivere, che si traduce nel mettersi in gioco ed essere adolescenti anche attraverso un servizio così significativo.
In ascolto del territorio
Negli ultimi anni è stata referente per la formazione in Fom, sviluppando – a partire dall’ascolto del territorio, reso possibile in particolare con le Assemblee degli oratori di Bollate e Brugherio – una riflessione che ha portato a un aggiornamento del piano formativo. Diverse le sfaccettature e molti gli ambiti di intervento, con percorsi, proposte e interventi mirati ad affiancare Decanati, Comunità pastorali e oratori, nell’ambito di Orizzonte Oratorio. Senza dimenticare piattaforma dedicata Oramiformo.it, che raggiunge gli educatori non solo in presenza, ma anche online, su alcune tematiche specifiche educative.
Per il direttore don Stefano Guidi, tre le parole di stima che possono descrivere lo stile degli undici anni di servizio di Chiara in Fom: passione educativa, cura, collaborazione. Precisa Guidi: «Passione educativa nel mettersi a servizio di tutti gli oratori, cambiando anche, con grande disponibilità, diversi incarichi e assumendo ruoli di rilievo. Cura poiché non si è soffermata soltanto sulla precisione dovuta agli aspetti anche più formali di questo servizio, ma dentro questo lavoro ha saputo esprimere una cura e un’attenzione personali a ciascuno. Collaborazione nel saper creare dinamiche di collaborazione con tutti valorizzando i doni e i carismi di ciascuno. Grazie Chiara e buon cammino!».
Un cammino che si rinnoverà, continuando a dedicarsi ai ragazzi e agli adolescenti tramite uno sportello, insegnando a scuola e in un servizio rivolto ai detenuti del carcere di San Vittore.